Ridurre sprechi e consumi: ecco come salvaguardare l’oro blu

Sprechi
Combattere gli sprechi di oro blu, arginare le perdite d’acqua a tutela dell’ambiente. Per la salvaguardia ecologica è fondamentale mettere in sicurezza le riserve d’acqua. Con l’Intelligenza Artificiale (Ia) e l’Internet of Things (IoT) si possono tagliare gli sprechi di acqua che in Italia hanno raggiunto livelli insostenibili. In un anno, infatti, viene sprecato nel nostro Paese più di un terzo di tutta l’acqua immessa nella rete idrica e il 42% dell’acqua potabile. Quantità pari al fabbisogno di 43 milioni di persone. Si tratta soprattutto di perdite nella distribuzione dovute a una rete idrica vetusta e dissestata. A certificarlo sono i dati dello “Smart Water Monitoring Report”. L’indagine è stata commissionata a Jeme Bocconi in occasione della Giornata Mondiale del Monitoraggio delle Acque da Quick Algorithm.

Emergenza globale

L’Onu ha richiamato l’attenzione sull’accesso alle risorse idriche. “Il loro controllo sarà una tra le principali cause delle guerre del 21° secolo- avvertono le Nazioni Unite-. La definizione di oro blu, in riferimento all’acqua, evidenzia come si tratti di una risorsa basilare e prioritaria“. Un bene comune dell’umanità che rappresenta un interesse economico. Tale da essere paragonato a un “bene di consumo e di mercato“, riferisce Treccani.it. Oggi la crisi idrica coinvolge molte popolazioni che vivono nei Paesi a basso reddito. Ad essa si affianca una scarsità di risorse in quelli più sviluppati. A causa di politiche ambientali discutibili e della crescita demografica si stanno trasformando in aree a stress idrico o con scarsità idrica. Il 71% della superficie terrestre è coperto da acqua, di cui il 97% è salata, il rimanente 3% è acqua dolce proveniente da ghiacciai e nevi perenni (68,9%). Falde sotterranee (29,9%). E acque superficiali (1,2%). Solo l’1% è acqua accessibile per uso umano.

Mappa degli squilibri

Bacini e falde sono contenitori che devono essere sfruttati rispettando il bilancio idrico tra alimentazione e prelievo. L’inquinamento delle risorse idriche superficiali e sotterranee diminuisce la disponibilità di acqua potabile. E ne aumenta i costi di gestione. Poiché l’utente si fa carico dell’intervento curativo. Per quanto precedentemente non preventivato come misura di salvaguardia ambientale. Un eccessivo prelievo delle risorse idriche è comune nelle aree che dipendono fortemente dall’agricoltura. Come avviene nel bacino dell’Indo-Gange. Nelle piane settentrionali della Cina e negli altopiani dell’America Meridionale. Si stima che un quarto delle acque del Fiume Giallo nel Nord della Cina sia necessario per mantenere l’equilibrio ambientale. Mentre l’attuale prelievo umano lascia solo il 10% delle risorse al fiume. Riducendo pericolosamente la sua capacità di far fronte a periodi di minore alimentazione. Secondo il Pacific institute, le risorse idriche di acqua dolce rinnovabili sono di 55.096,9 km3.  Distribuite nei vari continenti. 5723,5 km3 in Africa. 7620,8 km3 nell’America Settentrionale e Centrale, 17.139,7 km3 in America Meridionale, 15.378,2 km3 in Asia. 7565,4 km3 in Europa e 1669,3 km3 in Oceania. Da questi dati generali si può notare che la distribuzione delle risorse idriche rinnovabili non è omogenea. In particolare se ci si riferisce alle aree più densamente popolate. Tredici Paesi (7%) su 177 detengono ben il 64,5% delle risorse idriche mondiali rinnovabili: Brasile (14,9%), Russia (8,2%), Canada (6%). Stati Uniti (5,6%), Indonesia (5,2%), Cina (5,1%), Colombia (3,9%), India (3,5%), Perù (3,5%). Congo (2,3%), Venezuela (2,2%), Bangla Desh (2,2%), Myanmar (1,9%).

Sos sprechi

A generare la maggior frazione di perdite idriche è il settore dell’industria (43%). Seguito dai consumi domestici (40%) e dall’attività agricola (17%). Ma combinando Intelligenza Artificiale e IoT si può contribuire ad aumentare l’efficienza idrica. E ridurre gli sprechi di acqua anche del 30%. In risposta alla carenza d’acqua, che riguarda ormai il 17% del territorio europeo, sta infatti crescendo velocemente il settore dello Smart Water Monitoring. Scandito dalle tecnologie digitali che consentono di monitorare le condizioni dell’infrastruttura idrica. Prevenire eventuali guasti. Ridurre sprechi e consumi. Il settore oggi vale 16 miliardi di dollari a livello globale e si stima che raggiungerà i 45 miliardi entro il 2032 (+11,5% anno su anno). In questo quadro la startup Quick Algorithm annuncia che dopo tre anni di ricerca e sviluppo, ha messo a punto Scops. Una soluzione che combina sensori IoT a lungo raggio con l’intelligenza artificiale per monitorare i dati provenienti da macchinari e infrastrutture. L’obiettivo del sistema è migliorare l’efficienza energetica, idrica e produttiva del settore industriale.

Smart Water Monitoring

La startup deep tech italiana riferisce che la soluzione Scops è stata ad oggi adottata da aziende che operano in diversi ambiti industriali. E da alcuni gestori della distribuzione dell’acqua e dei servizi fognari. “La tecnologia attuale consente di raccogliere e analizzare dati in una scala mai vista prima. Questa è un’opportunità enorme per tutte le sfide di competitività e sostenibilità che stiamo affrontando. Come paese e come pianeta” afferma Jacopo Piana, fondatore e amministratore delegato di Quick Algorithm.  Piana evidenzia che “applicare questa potenza di analisi al monitoraggio delle risorse idriche” è possibile attraverso strumenti avanzati di Smart Water Monitoring. Ciò significa poter individuare malfunzionamenti, sprechi e consumi anomali in tempo reale. E “con una capillarità prima impensabile”. E “può fare una differenza decisiva, quando si parla di grandi numeri, essere allertati di un consumo anomalo. O del malfunzionamento di un impianto. Dopo qualche ora. Invece che dopo qualche settimana o mese” avverte il manager.

Allarme guasti

Piana osserva inoltre che “investire nell’analisi dei dati è dunque una scelta strategica fondamentale. Per contrastare la carenza di acqua e gli sprechi energetici. Perché permette di raccogliere grandi volumi di dati. E di analizzarli automaticamente”. Ma “integrare in modo efficace questi nuovi strumenti con gli ambienti e i sistemi aziendali richiede competenze specifiche. Che non sempre sono presenti in azienda”. L’esigenza è accelerare questo processo. E democratizzare l’analisi avanzata dei dati nel settore industriale e pubblico. Quindi “abbiamo sviluppato la soluzione Scops”. Al momento – assicura infine Piana – Scops è l’unica soluzione Plug & Play alla portata di tutte le aziende e istituzioni. in quanto combina sensori a lungo raggio e intelligenza artificiale. Per ridurre sprechi e prevenire il guasto di macchinari e impianti. “Siamo fieri che questa soluzione sia stata sviluppata in Italia. Da una squadra giovane. Composta da un team internazionale“, conclude l’amministratore delegato.
Giacomo Galeazzi: