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Sport, una grande opportunità per l’inclusione sociale

Il ruolo dello sport quale strumento di inclusione spiegato a Interris.it da Linda Casalini, vicepresidente nazionale della FISDIR

Lo sport, in ogni sua accezione e declinazione, con la sua straordinaria diversità di discipline e atleti provenienti da ogni angolo del mondo, rappresenta un terreno fertile e primario per la promozione dei valori fondamentali della vita quali la lealtà, il rispetto, la tolleranza e l’inclusione delle persone con disabilità, argomento su cui, proprio in questi giorni, i grandi della Terra, si stanno confrontando al G7 in corso in Umbria.

L’impegno della Fisdir

La FISDIR, acronimo di Federazione Italiana Sport Paralimpici degli Intellettivo Relazionali, è la Federazione Sportiva Paralimpica a cui il CIP (Comitato Italiano Paralimpico) ha demandato la gestione, l’organizzazione e lo sviluppo dell’attività sportiva per gli atleti con disabilità intellettiva e relazionale. Essa, fin dalla sua fondazione, protende ogni sforzo possibile per l’avviamento alla pratica sportiva delle persone con disabilità. Interris.it, in merito al ruolo dello sport quale strumento di inclusione, ha intervistato la dott.ssa Linda Casalini, vicepresidente nazionale della FISDIR.

(© PublicDomainPictures da Pixabay)

L’intervista

Casalini, che valore riveste lo sport quale elemento di inclusione per le persone con disabilità?

“Lo sport costituisce un punto di partenza per tutti e di arrivo per coloro che hanno un particolare talento. Esso, dal punto di vista dell’inclusione sociale, è una grande opportunità. I valori che propone l’attività sportiva riguardano tutti e, chi lavora e vive in questo settore a qualsiasi livello, può coglierli appieno. Inoltre, dal punto di vista del benessere, del vivere con gli altri, della finalizzazione del tempo libero e dell’attività lavorativa, lo sport si presta ad uno sviluppo a 360 gradi per la vita di tutti noi e, quindi, anche e soprattutto delle persone con disabilità.”

Come si sta connotando l’impegno della FISDIR su questo fronte?

“In riguardo alla disabilità intellettiva occorre precisare che, nella società, non si è parlato da subito di sport. Pertanto, l’impegno di FISDIR, si è connotato nel dare dignità agli sportivi con disabilità intellettivo-relazionale. Questo discorso vale indipendentemente dal livello in cui l’attività sportiva viene praticata. Coloro che esercitano un’attività di base ed hanno delle capacità motorie che devono essere sviluppate, possono praticare delle attività ludiche oppure di squadra per stare con gli altri. Chi invece ha un particolare talento, può dare spazio ad esso e declinarlo in agonismo di alto e altissimo livello. Fino a pochi anni fa, ciò non era nemmeno immaginabile e, la nostra Federazione, ha lavorato molto in tal senso.”

Guardiamo al futuro: quali sono i vostri desideri per far sì che, lo sport, diventi sempre più alla portata di tutti?

“Auspichiamo uno sport per tutti. Nelle scuole, ad esempio, questa attività, deve poter essere praticata insieme ai propri compagni e, per coloro che hanno maggiori difficoltà, occorre una personalizzazione importante. Inoltre, in caso di multi-deficit, occorrono degli sport in grado di poter essere adattati, anche in specifici centri di riabilitazione. Invece, sul versante dell’attività sportiva di alto livello, servono attività dedicate alle nostre società sportive, le quali hanno dimostrato di riuscire a coltivare i talenti e di saper conquistare molte medaglie in contesti internazionali.”

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