Sos trasporto pubblico tra disagi dei pendolari e differenze regionali

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Sui bus affollati si gioca una delle partite più difficili della strategia anti-Covid del governo e delle Regioni. Da ieri, scuola a distanza in Puglia per gli ultimi anni delle superiori. E forte raccomandazione per i datori di lavoro pubblici e privati ad utilizzare lo smart working. E differenziare l’orario di servizio del personale in presenza, per evitare “i continui picchi di utilizzo del trasporto pubblico“.

Caso Marche e trasporto pubblico

Francesco Acquaroli nelle Marche riduce al 60% la capienza massima per i trasporti pubblici. E prevede la didattica a distanza al 50% per gli studenti degli ultimi tre anni delle scuole superiori. Sul caos mobilità Interris.it  ha intervistato Alessio Angeloni, responsabile dell’area mobilità alla “Osimo Servizi spa“, società controllata al 100% dal comune della provincia di Ancona.In che modo il trasporto pubblico si mette in regola con la strategia anti-contagio del governo e delle Regioni?

“Si tratta di un adeguamento progressivo, iniziato con i primi decreti del presidente del Consiglio dei ministri (D.P.C.M.). Da fine febbraio il trasporto pubblico locale è stato interessato da una serie di interventi”.

Un autobus fermato per controlli sanitari – Foto © Ansa

Può farci un esempio?

“Abbiamo applicato norme che mano a mano hanno definito alcune limitazioni al numero di persone trasportate. Con prescrizioni finalizzate a rendere più sicura la permanenza degli utenti a bordo dei mezzi. La normativa è cambiata più volte nel corso del tempo, sulla base dei singoli D.P.C.M. che mano a mano si sono succeduti”.A cosa si riferisce in particolare?

“Alle principali norme attualmente in vigore. Soprattutto quelle contenute nel D.P.C.M. del 13 ottobre. Il giorno successivo al decreto abbiamo adottato il Protocollo di regolamentazione. Riguarda il contrasto e il contenimento della diffusione del Covid negli ambienti di lavoro. Vale per tutti i settori produttivi. Ma abbiamo apportato anche ulteriori adeguamenti”.Cioè?

“Ci siamo mossi per tempo, applicando fin da marzo le misure di un altro protocollo condiviso. Quello per il contenimento della diffusione del Covid 19 negli ambienti nel settore dei trasporti e della logistica. In questo protocollo sono definite linee guida che stabiliscono le modalità di informazione agli utenti. Nonché le misure organizzative da attuare nelle stazioni, negli aeroporti e nei porti. E ciò al fine di consentire lo svolgimento del servizio di trasporto pubblico”.In generale quali sono le principali misure che vengono applicate nel trasporto pubblico locale per il contenimento del contagio?

“Innanzi tutto la sanificazione e l’igienizzazione dei locali, dei mezzi di trasporto e dei mezzi di lavoro. Deve riguardare tutte le parti frequentate da viaggiatori e lavoratori. E va effettuata con le modalità definite dalle specifiche circolari del ministero della Salute e dell’Istituto superiore di sanità”.

In stazione con la mascherina

Cos’altro?

“Devono essere installati dispenser contenenti soluzioni disinfettanti ad uso dei passeggeri. Nelle stazioni ferroviarie. Nelle autostazioni. Negli aeroporti, nei porti. E sui mezzi di trasporto a lunga percorrenza. Anche sulle metropolitane, sugli autobus e su tutti i mezzi di trasporto pubblico locale devono essere installati appositi dispenser. Per la distribuzione di soluzioni idroalcoliche che consentano la frequente detersione delle mani”.Quali misure riguardano direttamente il comportamento dei passeggeri?

“E’ obbligatorio indossare una mascherina di comunità, per la protezione del naso e della bocca. All’ingresso e nella permanenza nei luoghi di accesso al sistema del trasporto pubblico (stazioni ferroviarie, autostazioni, fermate bus ecc.). E all’interno dei mezzi”.Per voi aziende cosa cambia? 

“Abbiamo dovuto adottare interventi gestionali. Sia nelle stazioni che sui mezzi. Per evitare assembramenti e sovraffollamenti. Sono provvedimenti mirati a limitare ogni possibile occasione di contatto. Per esempio la separazione dei flussi di entrata e uscita sia dalle stazioni che dai mezzi. inoltre la vendita dei biglietti viene fatta ove possibile con sistemi telematici. E vanno adottati sistemi di informazione e divulgazione sul corretto uso dei D.P.I. (dispositivi di protezione individuale). E sui comportamenti da adottare”.Come è cambiata la capienza? 

“sono in vigore specifiche disposizioni per i vari settori. Come il trasporto pubblico locale (tpl) e il servizio scolastico. In particolar modo nel trasporto pubblico locale attualmente i mezzi possono essere riempiti fino all’80%. Con areazione costante del mezzo tramite finestrini e boccole. Separazione dei flussi in entrata e uscita. Mediante l’utilizzo di porte diverse e di marker segnaposto”.E per gli scuolabus?

“Nel trasporto scolastico dedicato (scuolabus) i veicoli possono essere riempiti fino all’80%. E per 15 minuti può essere raggiunta la capienza massima del 100%. In questo caso è obbligatoria la programmazione dei percorsi casa-scuola-casa. E’ sempre vietato l’assembramento di persone alle fermate sia del trasporto pubblico locale che degli scuolabus. Per entrambi i servizi sono obbligatori la sanificazione giornaliera dei mezzi. e l’utilizzo della mascherina di comunità a bordo dell’autobus”.I gestori del trasporto si sono adeguati?

“Il punto sono sopratutto le limitazioni relative alla capienza massima dei mezzi fissata dai D.P.C.M.. E dalle ordinanze regionali sul trasporto pubblico locale e i servizi di trasporto scolastici dedicati. Queste norme hanno costretto molti gestori a modificare linee e percorrenze dei mezzi. Introducendo, nel caso dei servizi di trasporto pubblico locale delle corse bis. In particolare per le corse che trasportano studenti delle scuole superiori. C’è poi un’altra questione”.Quale?

“I servizi scuolabus dedicati agli studenti più piccoli che frequentano le scuole primarie e secondarie di primo grado. Cioè le ex elementari e medie. Molti comuni e società che gestiscono questa tipologia di trasporti sono sotto pressione. Sono state costretti a rivedere spesso tutti i percorsi. E a riorganizzare i servizi. Tenendo conto di un fatto determinante”.Cioè?

“Che a bordo degli scuolabus non era possibile più avere il riempimento previsto dalla carta di circolazione. Se non per quel breve periodo di 15 minuti. In alcuni casi è stato anche necessario utilizzare autobus da noleggio con conducente. Per integrare le corse normalmente svolte. E questo anche per i servizi di servizio pubblico locale”.Cosa la preoccupa maggiormente come responsabile dell’area mobilità?

“C’è un’ulteriore difficoltà registrata dai gestori dei trasporti scolastici. E anche dei Comuni che gestiscono direttamente questi servizi. Ossia doversi confrontare e coordinare con gli istituti scolastici. Un coordinamento necessario per poter avere uno sfalsamento degli ingressi”.Con quale obiettivo?

“Ciò al fine di poter trasportare tutti gli alunni che normalmente fanno richiesta di tale servizio. Rispettando comunque le limitazioni previste dai D.P.C.M.. Occorre tenere in considerazione il fatto che le scuole adottano comunque orari di ingresso diversi per i propri studenti. E questo ha certamente contribuito a rendere ancora più difficile la programmazione delle linee di trasporto scuolabus”.Sembra una corsa ad ostacoli

“Ogni giorno affrontiamo nuove difficoltà. Ad esse va aggiunto il poco tempo che società e comuni hanno avuto a disposizione per poter organizzare i giri e percorsi degli scuolabus. La percentuale dell’80% di riempimento (più i 15 minuti al 100% della capienza) è stata decisa solamente nella prima settimana di settembre. Lasciando veramente poco tempo agli uffici preposti”.Cosa ne consegue?

“La decisione del governo di lasciare una elevata percentuale di riempimento ha un merito. Aver contribuito ad evitare il collasso dei sistemi di trasporto in generale. Essi sono risultati comunque funzionali al loro scopo. Certamente positiva è anche la risposta dell’utenza. Ha ben accolto tutte queste novità. Rendendosi comunque partecipe del rispetto delle norme di sicurezza previste a bordo e nell’utilizzo della mascherina”.La seconda ondata di contagi è un macigno sulle spalle del trasporto pubblico locale?

“Il paese è entrato nella cosiddetta “Fase 2″ a causa della recrudescenza del coronavirus. E’ probabile che verranno adottate, sia dal governo centrale sia dalle singole Regioni, misure restrittive. Certamente coinvolgeranno il settore del trasporto pubblico. Già sta accadendo in alcune regioni, come dimostra nelle Marche l’ordinanza del nuovo governatore. La percentuale delle persone che possono salire sugli autobus del T.P.L. urbano ed extraurbano è stata limitata al 60%. Almeno per quei mezzi che hanno poste sia seduti che in piedi”.Quali disagi per i pendolari? 

“Nei prossimi mesi vi saranno ovviamente difficoltà ulteriori per i passeggeri. E’ molto probabile che vedranno contrarsi le loro possibilità di fruire di un servizio pubblico utile e necessario. Si tratta di un settore esposto ad un elevato rischio di contagio fra i suoi utenti. E ciò per la possibilità di vicinanza e assembramento fra soggetti diversi”.

Giacomo Galeazzi: