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Sos ‘grooming’. Così il ‘digital divide’ mette in pericolo i minori

Intervista di Interris.it sui rischi per i minori in Rete a Fabiola Silvestri dirigente del compartimento Polizia postale e delle comunicazioni Piemonte e Valle D’Aosta

Il pericolo si chiama “grooming“, cioè l’adescamento sessuale di minori attraverso internet.  Sui rischi della Rete per i minori Interris.it ha intervistato, Fabiola Silvestri, primo dirigente della Polizia di Stato e responsabile del  compartimento Polizia postale e delle comunicazioni Piemonte e Valle D’Aosta.La scarsa conoscenza degli strumenti informatici da parte di molti genitori può ostacolare la necessaria sorveglianza della vita “on line” dei loro figli? 

“Devono essere oggetto di forte attenzione e premura nel contesto domestico le condotte adottate dai minori nella loro vita virtuale. Ed in particolare, il modo di relazionarsi con altri utenti in rete. Ritengo sia più opportuno parlare di accortezza. Anziché di una vera e propria sorveglianza. In quanto parte della vita dei minori, in particolare degli adolescenti, si svolge lontano dal controllo diretto dei genitori. Lo sappiamo bene”.Può farci un esempio?

“Una buona cultura digitale di base è certo una risorsa che agevola i genitori. E ciò soprattutto nell’intuire con anticipo le problematiche che possono insorgere nella vita virtuale del proprio figlio. Tale preparazione è un supporto utile ad interpretare alcuni elementi che nel web hanno un preciso significato. Segnali digitali che prospettano un pericolo che va da subito colto e gestito”.A cosa si riferisce? 

“Non è richiesto essere degli esperti di cyber-crime. Ma è consigliabile avere quanto meno un’idea generica di quali sono i social network. Almeno quelli maggiormente utilizzati dai ragazzi. E soprattutto bisogna sapere quali dati vengono di solito immessi all’interno. Ciò che è auspicabile è che il minore, sotto la guida dell’adulto, sviluppi una sensibilità profonda. E ciò nel compiere quelle scelte che espongono la propria persona e la propria intimità sulla rete”.Quali sono oggi per i minori i principali rischi della Rete?

“In prima analisi il cosiddetto ‘grooming’. Ossia l’adescamento virtuale. Commesso attraverso tecniche capziose volte ad ottenere la fiducia del minore. Per aggredire la sua intimità in particolare sessuale. È un rischio quanto mai concreto in particolare sui social network. In quanto l’adescatore può agevolmente celare la propria identità dietro profili fake. Simulando di essere anch’egli un minore. Fingendo ad esempio di condividere interessi in comune. Il ‘grooming’ è in genere un fenomeno preliminare alla richiesta di invio di materiale sessualizzato del minore. O nei casi più gravi, alla richiesta di un incontro dal vivo in cui possono verificarsi gravi abusi a danno della vittima. C’è poi un altro pericolo”.

Fonte: ANSA

Quale?

“Altro rischio comune soprattutto nel contesto scolastico e ricreativo è quello del cyber-bullismo. Ciò porta purtroppo il minore-vittima ad un progressivo isolamento dai suoi coetanei. Determinando effetti deleteri per la sua formazione personale. Il cyberbullismo in alcune circostanze diventa una prigione. Dalla quale il minore non riesce ad evadere in quanto la sua reputazione viene costantemente aggredita. Un’aggressione che avviene attraverso dei semplici like o condivisioni di materiale multimediale in cui viene deriso”.

Social

Si può creare una vera e propria dipendenza?

“Il rischio dell’internet addiction è quanto mai concreto se entriamo nel campo video-ludico. Un contesto in cui il minore può sviluppare, nei casi certo più seri, il cosiddetto ‘gaming disorder’. Ossia un disturbo socio-cognitivo che insorge a causa dell’eccessiva esposizione a contenuti violenti o aggressivi sul piano emozionale”.Come si possono contrastare gli adescamenti di minori che avvengono dietro pagamento di denaro o regali? esiste un modo per risalire al tracciamento dei pagamenti virtuali?

“Il contrasto all’adescamento online avviene attraverso indagini telematiche specialistiche. Che si svolgono con la cooperazione di vari enti. Tra cui le società proprietarie dei social network, gli internet service provider ed organismi di cooperazione internazionale.Il coordinamento investigativo delle indagini in materia è svolto dal Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online. Il C.N.C.P.O funge da cabina di regia nazionale per il settore della tutela dei minori sul web”.Come funziona?

“Per quanto attiene il tracciamento dei pagamenti virtuali questo è agevole. Nel caso in cui l’operazione venga effettuata con i sistemi home banking, ricariche Poste Pay. In particolare quando i conti sono radicati in Italia. Maggiori difficoltà di tracciamento si riscontrano nel caso di pagamenti verso conti esteri. O nel caso di utilizzo di valuta virtuale come i bitcoin”.Quali consigli si possono dare ai genitori per impedire che i loro figli cadano nella trappola degli orchi telematici? 

“Esistono delle buone prassi che prescindono dall’abilità informatica del genitore e, se adottate, consentono di elevare il livello di protezione e difesa del minore. In generale la migliore garanzia di tutela per i minori è non lasciarli soli in un ambiente popolato da adulti come la rete. È bene osservare con costanza l’uso che i propri figli fanno dei dispositivi elettronici affinché sia moderato e orientato su contenuti multimediali sicuri e adatti ad un minore”.Quali altri suggerimenti si possono dare ai genitori?

“Verificare le app installate sul device personale del minore. Approfondire l’identità degli ‘amici virtuali’. E il tipo di interessi che questi condividono con i propri figli. In particolare si deve porre attenzione al legame che il minore ha sviluppato con eventuali sconosciuti. Nel caso in cui si sospetti che trattasi in realtà di adulti è bene contattare immediatamente la Polizia postale e delle comunicazioni. Insegnare ai propri figli a non accettare la proposta di incontrare personalmente chi hanno conosciuto in rete. Va spiegato loro che le persone conosciute in chat o sui social network utilizzano, molto spesso, identità false per poter entrare in contatto con in minori ed approfittare della loro buona fede”.Poi?

“Spiegare ai ragazzi che ciò che fanno su internet non rimane anonimo ma lascia tracce informatiche che permettono di risalire agli autori della condotta in rete. Accertarsi infine che i propri figli non forniscano mai dati personali sensibili a sconosciuti. In particolare è bene non condividano proprie immagini nonché dettagli circoscritti sulle proprie abitudini di vita in quanto potrebbero essere sfruttati per tentare un adescamento fuori dalla rete. Con un’avvertenza in particolare”.Quale?

“Nel caso in cui vostro figlio non sembri interessato a internet, ai social o agli smartphone, spiegategli comunque come navigare in sicurezza. Stimolato da amici o conoscenti per mera curiosità, potrebbe avere voglia di usare questi strumenti. Ed è utile che disponga di un’alfabetizzazione digitale primaria. E conosca le forme principali di tutela. Invito comunque a visitare la pagina web www.commissariatodips.it ove è possibile individuare approfondimenti e altri consigli utili sulle principali insidie del momento”.

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