Quando si mette al mondo un figlio, i genitori sono sempre pervasi da una gioia immensa, decisamente impossibile da descrivere. Allo stesso modo possono provare un terribile dolore, quello della perdita del loro amato figlio. Nessun genitore dovrebbe mai provare questa sofferenza. Elisabetta De Biaggio è la mamma di Matilde De Laurentiis, morta travolta sulle piste di sci di Gressoney la mattina del 9 marzo 2014, a soli 3 anni. Un diciassettenne le piombò addosso spuntando da un dosso sfrecciando ad altissima velocità. La morte di un figlio è una prova durissima: papà e mamma non si aspettano mai di sopravvivere ai figli e si sentono in colpa per essere vivi al loro posto. Ma il lutto, con grandi sacrifici, si può elaborare. È un processo che richiede molto tempo e il suo corso varia sempre da persona a persona. A volte si riesce ad accettare la sofferenza che ne deriva trovando le risorse per trasformare lo sconforto in una nuova vita, ricordando chi ci ha lasciato con delle iniziative.
Ed è quello che hanno fatto i genitori di Matilde fondando la Onlus Il sorriso di Matilde (www.ilsorrisodimatilde.com), nata proprio nel 2014 con lo scopo principale di sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema della sicurezza per tutti coloro che amano sciare.
Un tema questo, che deve coinvolgere tutti coloro che praticano, grandi e piccini, gli sport sulla neve. Ma non è tutto: la signora Elisabetta, infatti, si è battuta con molta tenacia in questi anni per far approvare un disegno di legge in vigore dal 1 gennaio, sulle norme di comportamento per chi pratica lo sci. “Ci siamo dati da fare moltissimo per colmare un vuoto legislativo e ora con questa legge ci auguriamo che quello che è accaduto a nostra figlia non debba mia più ripetersi”.
Regole di condotta e sicurezza per chi pratica sci
E aggiunge: “La nostra associazione ha promosso e continuerà a farlo, molte attività di condivisione e diffusione delle regole di condotta e di sicurezza nella pratica dello sci, nei comprensori sciistici che ci hanno ospitato. Dal 2015, Cortina ci ha scelto come unica onlus presente al World Snow Day, dove i nostri volontari in collaborazione con scuole sci, forze dell’ordine e amministrazioni locali del comprensorio interessato, educano i piccoli sciatori attraverso attività ludico-formative, direttamente sui campi da sci, alle regole di buona condotta in pista».
Le stime raccolte nel periodo pre -pandemico hanno registrato in media ogni anno circa 30.000 incidenti causati dalla pratica di sport invernali con una ventina di morti. Con la nuova legge ci si augura che questi numeri possano diminuire sensibilmente. “Siamo convinti di aver contribuito a preparare una consapevolezza sul tema creato a prescindere dalle coercizioni normative, cultura ed educazione sono alla base di un giusto comportamento e questo per noi è stato un investimento importantissimo e di immenso valore. Lo sci è uno sport molto bello, per cui ai ragazzi dico di divertirsi, ma mettendo sempre la sicurezza al primo posto”.
L’intervista
Dal 1’ gennaio è finalmente entrato in vigore il decreto n. 40 del 2021 sulle “norme di comportamento degli utenti delle aree sciabili”. Come è stato possibile giungere a questo grande risultato?
“Attraverso un difficile e doloroso percorso iniziato nel 2016 per modificare la legge 363/2003 (norme in materia di sicurezza nella pratica degli sport invernali da discesa e da fondo), partendo dal disegno di legge S. 1367 (sport alpini e invernali, prevenzione degli infortuni e infortunistica), presentato dalla senatrice Linda Lanzillotta l’11 marzo del 2014 con una lunga serie di emendamenti che avevano l’obiettivo ultimo di elevare il livello di sicurezza personale dei soggetti coinvolti nello sci e strutturale dei comprensori sciistici attraverso l’obbligatorietà dell’uso di dispositivi di sicurezza, oltre a prevedere chiari meccanismi di imputazione delle responsabilità dei soggetti coinvolti e relative sanzioni, garantire e rendere più efficaci i controlli effettivi dell’applicazione delle norme di sicurezza in pista e infine prevedere meccanismi premianti ed incentivanti per i comprensori sciistici più virtuosi e sicuri”.
Quali sono le principali misure entrate dunque in vigore dal primo giorno del nuovo anno per esercitare in sicurezza gli sport invernali, innanzitutto lo sci?
“L’estensione dell’obbligo di un’assicurazione contestuale all’acquisto del biglietto per l’accesso alla pista e l’obbligo di utilizzo del casco anche a coloro che hanno superato i quattordici anni, nella pratica dello sci alpino e dello snowboard, in tutte le aree sciabili compresi i percorsi fuori pista”.
Chi vigilerà dunque sulle piste? E cambieranno anche le sanzioni?
“È stata istituita la figura del direttore delle piste che vigila sullo stato di sicurezza delle piste ed è stata introdotta la responsabilità civile dei gestori dell’impianto per mancata osservanza delle regole. Le piste ora vengono divise a seconda della specifica destinazione delle attività sciistiche preposte (sci, snowboard, agonismo, slittini, ecc.) e inoltre c’è l’obbligo di rendere visibili la segnaletica e le regole di condotta in pista. Viene anche rafforzata l’attività di vigilanza e di controllo dei servizi di sicurezza e di ordine pubblico, con la determinazione di un adeguato regime sanzionatorio fino a mille euro. Infine, tra gli altri, è stato introdotto il divieto di sciare in stato di ebbrezza in conseguenza di uso di bevande alcoliche e di sostanze tossicologiche”.
Per eventuali malori sulla pista come si procede?
“Abbiamo trattato anche questo tema: ora è a carico dei gestori degli impianti sciistici l’installazione di un defibrillatore semiautomatico, situato in luogo idoneo. Gli stessi devono assicurare la presenza di personale formato per il suo utilizzo per poter prestare i primi soccorsi”.
E quali sono le nuove responsabilità delle scuole sci e dei loro istruttori? C’è una figura di riferimento deputata a vigilare sulle piste?
“Scuole sci e maestri di sci adesso possono essere ritenuti responsabili di condotte imprudenti e di eventuali negligenze e/o inadeguatezze nella vigilanza, con particolare riferimento anche a fattori di rischio esterni. Tra gli altri accorgimenti, le scuole sci e i maestri possono essere chiamati a prestare particolare attenzione anche all’organizzazione dei gruppi evitando di accorpare in un’unica classe allievi più piccoli con allievi di età e abilità diverse, cosa questa che invece è stata realizzata, con estrema imprudenza, leggerezza e superficialità, dalla scuola sci di Gressoney con mia figlia”.
Kristian Ghedina è il testimonial della vostra campagna: come lo avete contattato?
“Avevamo degli amici in comune e sin da subito si è attivato per noi dimostrando di essere non solo un grande campione ma anche una persona meravigliosa, di gran cuore. Da sempre ha creduto nel valore del nostro progetto e si è offerto come nostro testimonial in tutte le iniziative che abbiamo insieme portato avanti”.
Per quale motivo ha dedicato molto del suo tempo a spendersi per la sicurezza sulle piste da sci?
“Perché ho fatto la cosa che ritenevo giusta per Matilde, per mia figlia Cecilia e per i figli di ogni genitore. Sono andata avanti con fiducia e tenacia supportata da tutti coloro che credevano in questo progetto e si sono spesi concretamente. In particolare ringrazio le istituzioni che nelle varie legislature hanno mantenuto vivo il percorso svolto nel tempo. E poi le forze dell’ordine, i miei avvocati, i volontari e tutti i sostenitori che ci sono sempre stati molto vicini”.
Di quali altre tematiche occupa l’Associazione “Il Sorriso di Matilde”, la onlus nata nel 2014 a seguito dell’incidente in cui perse la vita sua figlia?
«ll Sorriso di Matilde nasce per volere della nostra famiglia in ricordo della piccola Matilde. L’associazione persegue due principali obiettivi: promuovere la cultura della sicurezza negli sport invernali e supportare progetti di solidarietà sociale a favore dell’infanzia disagiata».
Lei ha scritto un libro dedicato a sua figlia, “Matilde dov’è?”. Di cosa parla?
“È un regalo per tutti i bambini compagni di Matilde che allora vedendomi senza di lei continuavano a chiedermi: ?Matilde dov’è’?’. È un modo per raccontare ai bambini un argomento difficile e per poter parlare a loro di chi non c’è più. Ed è un libro scritto da una mamma che vuole ricordare la sua bambina riempiendosi di amore per gli altri: la vede correre in un giardino incantato, un tappeto di fiori dai mille colori, la vede danzare e sorridere in un cielo blu. Infine, è un regalo per mia figlia Cecilia, che è la mia luce e lo ha scritto insieme a me”.
Che ricordo ha oggi di sua figlia e cosa le manca maggiormente?
“Senza dubbio il ricordo più bello è il suo dolce sorriso. Era una splendida bambina e aveva tutta la vita davanti a sé. Ci ha dato la forza per trasformare il nostro dolore in un’incredibile forza, per portare avanti questo progetto. Di lei ci manca tutto. Spero solo che ovunque ora si trovi, possa essere felice come merita”.
Pubblicato sul settimanale Visto del 20 gennaio 2022