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“L'epidemia lascia soli i poveri”

S

embra un paradosso, ma per disposizione delle autorità non si può distruire cibo ai poveri durante l'epidemia di coronavirus. Così ora, come spiega a Interris.it il vicepresidente dell'associazione benefica Pane Quotidiano, Luigi Rossi “chi ha bisogno ne ha ancora di più”.
 
Come cambia la vostra attività solidale in piena emergenza per il coronavirus?
“Purtroppo abbiamo dovuto interrompere la nostra attività quotidiana a seguito dei provvedimenti intrapresi dalle istituzioni che, di fatto, hanno disposto la chiusura di tutti i luoghi oggetto di “assembramento” di persone.  Non abbiamo ricevuto ordinanze particolari in tal senso, tuttavia, non potendo non considerare Pane Quotidiano come luogo di assembramento di persone, abbiamo ritenuto opportuno prendere una decisione di buon senso ed in linea con i provvedimenti stessi”. 
 
In tempo di epidemia, chi ha bisogno è ancora più solo?
“Assolutamente sì. Soprattutto perché nell’immaginario collettivo (sbagliato), il bisognoso  appare ancor più fragile e predisposto a contrarre la patologia”.
 
Una simile emergenza sanitaria rischia di allontanare le persone e di allentare i rapporti sociali, ciò è un pericolo per gli ultimi?
“Si tratta di un rischio concreto più che probabile. Già viviamo in un’epoca dove imperversano solo i rapporti “social” e non quelli veramente sociali/personali, in una simile emergenza il distacco si amplifica facendo aumentare in modo preoccupante lo stato di disagio e di desolazione degli ultimi”.
 
Quale apporto può derivare dal terzo settore alla gestione dell'emergenza-coronavirus e qual è il contributo di Pane Quotidiano?
“Come Pane Quotidiano non ci siamo mai trovati nella situazione di dover affrontare una situazione di pandemia. Siamo stati colti di sorpresa ed abbiamo reagito in funzione delle informazioni di carattere sanitario che sono state diramate dagli organi di Informazione e dalle istituzioni”.
 
Quando riaprirete i battenti?
“In questi giorni ci siamo prodigati in attività di approfondimento e confronto con parti competenti che fanno ben sperare per una pronta riapertura già da lunedì 2 marzo. Stiamo pensando, inoltre, di attivare un presidio sanitario in loco con l’ausilio della Croce Rossa Italiana al fine di dispensare accurate informazioni a tutti coloro che non hanno potuto accedere o che non hanno correttamente compreso tutte le informazioni del caso”.   

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