La solidarietà universale della Caritas

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Nei giorni scorsi è stato pubblicato il quarto monitoraggio Caritas sull’emergenza pandemia e sulle contestuali risposte poste in essere dalla stessa nelle varie strutture territoriali.  In particolare, codesta pubblicazione, esamina il periodo di oltre 200 giorni intercorso tra la cosiddetta Fase Due a settembre a marzo 2021 rilevando le azioni realizzate da 190 Caritas diocesane per sostenere le famiglie e le persone duramente colpite dalla crisi economica scaturita dalla pandemia che attualmente perdura.

L’emergere di una nuova povertà e l’aiuto fornito da Caritas

I dati esaminati fanno emergere una preoccupante realtà: oltre 132.717 persone – ossia il 24,4% – sono dei nuovi poveri, ossia non si erano mai rivolti precedentemente alle strutture della Caritas e di questi oltre il 60% sono italiani. Rispetto a quanto precedentemente detto è utile sottolineare che, nei sette mesi in oggetto, le strutture della Caritas hanno aiutato 544.775 persone di cui 57,8% sono italiani ed il 53,7% donne; tra questi il numero totale di nuovi poveri aiutati da Caritas in un anno di pandemia sono stati 453.731. L’encomiabile opera espletata dalle strutture territoriali di Caritas sono state rese possibili dal incommensurabile contributo di oltre 93 mila volontari che hanno operato nei 6780 servizi della rete a cui si sono aggiunti  407 giovani del servizio civile.

E’ necessario agire con altruismo per edificare una società migliore

In conclusione, rispetto a quanto esemplificato in precedenza, è giovevole ricordare che, nel periodo difficile che stiamo vivendo, al fine di edificare una società migliore e più coesa è fondamentale che ognuno noi agisca con altruismo ed empatia nel solco delle fulgide azioni messe in campo da Caritas che conferiscono continuità al lungimirante pensiero di Papa Paolo VI contenuto nell’Enciclica Populorum Progressio – scritta nel 1967 ma sempre di estrema attualità – ove è scritto: “La solidarietà universale, che è un fatto e per noi un beneficio, è altresì un dovere”.

Christian Cabello: