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YEMEN, RIBELLI HUTHI ACCUSATI DI RECLUTARE BAMBINI-SOLDATO

Il presidente dello Yemen riconosciuto dalla comunità internazionale, Abd Rabbih Mansur Hadi, ha accusato i ribelli huthi di reclutare bambini soldato tra i rifugiati somali. Diversi gruppi che operano per il rispetto dei Diritti umani hanno condannato la terribile situazione che vivono i civili nello Yemen – Stato posto all’estremità meridionale della Penisola araba – che vengono perseguitati sia dal gruppo armato sciita degli huthi che dalla coalizione militare guidata da Riad. Yemen Data Project, un gruppo formato da accademici e attivisti dei Diritti umani, ha dichiarato che oltre un terzo degli attacchi della coalizione saudita sono stati contro strutture civili come moschee, scuole, ospedali e mercati.

L’Arabia Saudita (espressione dell’Islam sunnita) è intervenuta nel conflitto yemenita alla fine di marzo 2015, per appoggiare il Governo dello Yemen nella sua lotta contro i ribelli huthi, sostenuti dall’Iran sciita. Nell’aprile scorso, Human Rights Watch ha denunciato che in marzo erano state usate da parte dell’Arabia Saudita bombe a grappolo di fabbricazione statunitense contro la cittadina di Mastaba. In quella occasione, erano morti 107 civili, tra cui 25 bambini. Secondo l’Onu, quasi 9.400 yemeniti sono stati uccisi nel corso di un anno dall’inizio dell’attacco saudita (marzo 2015), tra cui 2.230 bambini, e feriti altri 16.000.

Gli Huthi sono un gruppo armato sciita zaydita locale nato nel 1992 ma attivo, in funzione anti-governativa, dal 2000. Hanno dato vita a un’organizzazione armata che si è definita Partigiani di Dio o Gioventù credente prendendo il nome dal loro primo comandante Ḥusayn Badr al-Dīn al-Ḥūthī, ucciso dalle forze armate yemenite nel settembre del 2004. Nel corso degli anni, gli Ḥūthī hanno sostenuto che le loro azioni sono condotte in difesa della loro comunità colpita da una sensibile e sistematica discriminazione e per ottenere un miglior trattamento della loro regione (quella a nord) particolarmente povera. Il governo del presidente della Repubblica (o Presidente del Consiglio Politico Supremo) Saleh Ali al-Sammad (filo-saudita, al potere dal 1978 al 2012) ha a sua volta accusato i rivoltosi dell’intenzione di rovesciare il regime al potere e di instaurare la legge islamica sciita zaydita, attizzando un sentimento anti-statunitense.

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