Non è certo il primo allarme lanciato dalle Nazioni Unite in merito alla drammatica situazione vissuta dai cittadini dello Yemen, sui quali grava il peso di una terribile guerra civile. In pochi anni, la portata del conflitto è aumentata esponenzialmente, sconvolgendo la vita degli yemeniti su ogni piano della quotidianità. L’ultima notizia a riguardo, riportata nel Consiglio di sicurezza dell’Onu da Stephen O’Brien, diplomatico britannico e capo delle operazioni umanitarie, non fa che alimentare ulteriormente la portata del dramma: il rapporto, infatti, ha evidenziato l’imminente rischio di carestia corso dalla popolazione. Anzi, secondo O’Brien, nello Yemen si vive già la più grave crisi alimentare del mondo, con oltre 14 milioni di persone, ossia l’80% del totale, vittima di denutrizione. Tra questi, almeno 2 milioni rischiano, nel breve periodo, di morire se non si procederà a interventi immediati.
La tragedia dei bambini
A farne maggiormente le spese sono ovviamente i soggetti più deboli, come i bambini. Il mese scorso, un rapporto di Save the children aveva denunciato la morte di un vertiginoso numero di minori (1129) a causa della feroce lotta intestina, la quale vede coinvolte le opposte fazioni degli Huthi e dei lealisti al governo Hadi. Ora, agli effetti diretti e indiretti del conflitto, si affianca il rischio di una terribile crisi alimentare: “Nel complesso – ha spiegato il diplomatico – la situazione dei minori resta gravissima: ogni 10 minuti, un bambino di età inferiore a 10 anni muore per cause prevenibili”.
Corridoi umanitari chiusi
Estremamente difficile l’accesso alle riserve mediche e alimentari, specie dopo la chiusura dell’aeroporto della capitale, Sana’a, il quale ha contribuito ad accentuare la condizione d’isolamento del Paese che, quasi interamente, concentra la sua economia sulle importazioni. Innumerevoli anche i danni alle coltivazioni, devastate dai bombardamenti, i quali hanno assestato un durissimo colpo anche all’economia agricola locale, limitando quasi all’estremo le scorte di grano. Lo stato di assedio della fazione Huthi, inoltre, nello Yemen del nord, sta gravando pesantemente sulla popolazione civile, della capitale in particolar modo, ma anche nell’area attorno al porto di Mokha, sul Mar Rosso, unica (e ormai precaria) via di fuga rimasta ai ribelli.
Un vero e proprio dramma, accentuato dalla difficoltà riscontrata nella creazione di corridoi umanitari. La chiusura quasi totale delle vie d’accesso al Paese rende necessaria una tregua che consenta l’invio di aiuti da parte della Comunità internazionale: “Lo Yemen – ha detto ancora O’Brien – è in questo momento l’emergenza più urgente per la sicurezza alimentare nel mondo. Se non si interviene immediatamente, la carestia sarà il possibile scenario per il 2017″.