Il volontariato: un dono per chi ne beneficia e chi lo fa

Antonella Lombardi - Anziani

A destra Antonella Lombardi. Foto di Sabine van Erp da Pixabay

Il volontariato è un’azione potente che ha dei degli effetti positivi su chi ne beneficia, e non solo a livello psicologico. É infatti riscontrato che molti pazienti che vivono la propria fragilità in modo sereno, affrontano anche la stessa terapia con più entusiasmo. Il volontariato è però un’azione bilaterale e anche chi lo esercita ne ricava degli effetti positivi.

L’intervista

Interris.it ha intervistato Antonella Lombardi, una volontaria della casa di riposo di Bagolino Fondazione Beata Lucia Versa Dalumi O.n.l.u.s. che fa parte di un gruppo che settimanalmente aiuta gli anziani della residenza e li coinvolge in attività per rendere il loro soggiorno più piacevole e spensierato.

Antonella, che attività proponete?

“Una volta a settimana supportiamo le animatrici della RSA che organizzano, a seconda la stagione, con tanta cura le gite fuori porta. Durante la primavera o l’estate vengono preferite mete come il lago e le pinete, mentre in inverno vengono svolte attività come la visita dei presepi o una tazza di cioccolata calda in un clima di allegria. C’è poi anche un gruppo di volontari impegnato per attività interne come il corso di uncinetto, momenti di lettura insieme e altre attività manuali. Infine siamo anche disponibili per aiutare in caso gli ospiti abbiano bisogno di qualche commissione all’esterno della struttura”.

Queste attività come cambiano la vita del paziente?

“Non tutti hanno una comunicazione tale da poter esprimere il loro gradimento, ma ognuno di loro lo dimostra a modo proprio. Si tratta di qualche ora di spensieratezza, al di fuori della routine, in cui possono avere un contatto diretto con il mondo esterno. Noi cerchiamo di svolgere attività a loro affini, sappiamo per esempio che tra loro c’è chi sa suonare e qualche volta coinvolgiamo una maestra di canto”.

Che valore ha il volontariato in una struttura per anziani?

“É un’azione fondamentale perché permette loro di poter svolgere molte attività che recano dei benefici alla loro salute psicologica e non solo. Pensiamo per esempio a chi ancora possiede le facoltà mentali quanto possa essere importante continuare ad uscire. Io non sono un medico ma credo che, queste attività, rechino dei benefici anche alla stessa cura terapeutica, che viene affrontata da loro in modo più propositivo”.

Qual è la parte più difficile?

“Stare con gli anziani non è sempre facile, perché hanno delle esigenze diverse da noi e tra di loro stessi. Inoltre, gli anziani a volte possono anche essere molto scontrosi e si potrebbero chiudere a riccio. Il nostro compito è proprio quello di riuscire a interpretare ogni loro bisogno e di agire di conseguenza, mettendo la loro condizione al centro, ma senza mai farla pesare”.

Antonella, che cosa le lascia questa sua forma di aiuto?

“Una grande gioia nel cuore. Ognuno di loro è diverso e per questo motivo donano emozioni molto differenti. A fine giornata non c’è nulla di più gratificante che vedere i loro occhi velati da tanta dolcezza, felicità e riconoscenza per le ore trascorse assieme. Io, e credo anche di poter interpretare anche il pensiero di tutti i miei colleghi volontari, dopo ogni uscita torno casa soddisfatta e grata per aver regalato il mio tempo a queste preziose persone”.

Elena Padovan: