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Vivai alluvionati, allarme di Coldiretti: “Un disastro per l’export”

Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana, spiega quali sono state le conseguenze del maltempo sul settore vivaistico pistoiese

Lā€™alluvione che lo scorso 2 novembre ha colpito buona parte della Toscana ha provocato molti danni, compromettendo le eccellenze produttive del territorio. Tra i settori che sono stati maggiormente colpiti cā€™ĆØ quello vivaistico, punta di diamante della zona di Pistoia. Terreni allagati, piante cadute a terra, serre divelte, trattori e macchine agricole finite nel fango, come pure vasetti e concimi.Ā 

Lā€™intervista

Ogni anno Pistoia ĆØ raggiunta da molti buyers stranieri che si recano in terra toscana per acquistare piante e ornamenti. L’alluvione di inizio mese ĆØ avvenuto a ridosso del periodo natalizio, provocando una perdita di export che Coldiretti stima possa aggirarsi intorno ai 360 milioni di euro. Interris.it ne ha parlato con Letizia Cesani, presidente di Coldiretti Toscana.

Presidente, come ĆØ avvenuto questo disastro?

ā€œSi ĆØ verificata una doppia situazione in tempi ravvicinati. Il 2 novembre sono esondati alcuni corsi dā€™acqua secondari che hanno allagato moltissimi vivai che sono stati completamente ricoperti dal fango. Il giorno seguente invece, il forte vento ha provocato il rovesciamento e lo sradicamento di piante anche ad alto fusto che si trovavano in campi, compromettendo il loro eventuale recuperoā€.

Cosa ne ĆØ stato delle piante che si sono salvate?

ā€œAlcune di queste hanno avuto le radici in acqua almeno per tre giorni e questa condizione potrebbe aver compromesso la loro eventuale ripresa vegetativa. Quelle invece in vaso che hanno avuto dei danni istantanei, hanno subito perso tutte le foglie, diventando pressochĆ© irrecuperabiliā€.

Quali sono le conseguenze?

ā€œSi tratta di 1300 aziende agricole, la maggior parte a condizione familiare, specializzate nella produzione di piante ornamentali da esterni, per il verde pubblico e privato. Quello natalizio alle porte rappresenta un periodo clou per le esportazioni che equivalgono al 70-80% dellā€™intero volume di affari. La mancanza della materia prima significa perdere un fatturato importante che noi abbiamo stimato aggirarsi attorno ai 360 milioni di euroā€.

Questa perdita potrebbe perpetrarsi anche negli anni successivi?

ā€œCi sarĆ  una risemina che permetterĆ  di tornare nel mercato con una nuova produzione. Si devono perĆ² considerare molti aspetti, come quello dei buyers che in questi giorni si sarebbero recati a Pistoia per gli ornamenti natalizi. Questi si sono riversati altrove e nonostante ci sia una sorta di fidelizzazione potrebbe anche essere che in futuro continuino ad andare dove si sono recati questā€™anno.Ā Se questo avverrĆ , il disastro avvenuto provocherĆ  una perdita economica anche per le prossime stagioniā€.

Le aziende toscane hanno la forza di rialzarsi?

ā€œLa dignitĆ  e il desiderio di ripresa delle nostre aziende ĆØ davvero ammirevole e nessuno di loro intende chiudere lā€™attivitĆ . In queste settimane tutte le persone del settore, dai proprietari ai dipendenti, si sono rimboccate le maniche per togliere il fango, rialzare le piante e riportare la situazione nella condizione precedente al maltempo. Anche per questo motivo sono certa che lā€™intero settore vivaistico pistoiese tornerĆ  ad imporsi come leader indiscussoā€.

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