Oltre la metà dei migranti in età scolare non va a scuola. E’ la denuncia dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) secondo cui il problema, se non risolto, potrebbe provocare ulteriori conflitti. In dettaglio, l’Unhcr rende noto che sono 3,7 milioni i bambini che nel mondo non ricevono alcuna istruzione primaria o secondaria nei Paesi in via di sviluppo. Si tratta di più della metà del numero complessivo di migranti nel mondo, calcolati in circa 6 milioni. Degli oltre 3 milioni di bambini analfabeti (o impossibilitati a proseguire gli studi), ben 900mila (quasi in terzo) vivono in Siria, Paese segnato da oltre 5 anni di sanguinoso conflitto interno.
Solo un rifugiato su cento, si legge ancora nel rapporto dell’agenzia dell’Onu riesce ad entrare all’università, contro l’uno su tre della popolazione giovanile “stanziale”. “Troppo spesso – denuncia l’Alto commissario Filippo Grandi – l’educazione per i bambini rifugiati viene considerata un lusso, un optional extra non essenziale dopo il cibo, l’acqua, un posto dove stare e le cure mediche”. La mancanza di un’istruzione di base “può essere enormemente dannosa non solo per gli individui, ma anche per le loro famiglie e per le società, perpetuando cicli di conflitto e ulteriori movimenti di massa di persone”, sottolinea Grandi, che invita i Paesi donatori a farsi carico di questo problema.
I dati sono stati diffusi alla vigilia del vertice delle Nazioni Unite sui rifugiati e i migranti, in calendario al palazzo di vetro il 19 settembre. L’Assemblea Generale sarà chiamata ad adottare una serie di impegni per migliorare la protezione dei migranti e dei rifugiati. Una volta adottati, questi impegni – concordati il 2 agosto scorso – costituiranno la “Dichiarazione di New York”. Faranno parte della Dichiarazione anche due documenti che aprono la strada all’adozione del Global Compact nel 2018: uno sui rifugiati e l’altro sui migranti.