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UNA MARCIA SENZA FRONTIERE: I MIGRANTI MESSICANI CHIEDONO RISPETTO E POLITICHE PIU’ UMANE

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Una marcia senza frontiere, che coinvolge due Paesi che affrontano quotidianamente il dramma dell’immigrazione – Usa e Messico – e organizzata per chiedere il ricongiungimento delle famiglie separate dalla frontiera che divide il territorio messicano da quello statunitense.

Erano decine le famiglie che hanno preso parte a questa coraggiosa iniziativa: sono partite dal Parco di Chihuahuita e hanno proseguito fino al Rio Grande, dove si sono ricongiunti con i propri cari provenienti dagli Stati Uniti. Un gesto simbolico che mira a denunciare le severe politiche statunitensi di respingimento e deportazione, norme che di fatto separano bruscamente e a volte per sempre i nuclei familiari.

La marcia, inoltre, aveva come obiettivo sensibilizzare il governo statunitense per un trattamento più umano e dignitoso per le famiglie immigrate e per le comunità che vivono nelle aree di confine. “Non possiamo permettere che a guidare le politiche dell’immigrazione siano politici irresponsabili e spregevoli, che lacerando le nostre famiglie per perseguire i propri interessi egoistici – si legge in un comunicato della “Border Network for Human Rights del Texas”, pervenuto all’Agenzia di stampa Fides -. Con questo evento, vogliamo abbracciare una visione di un’America che esalta i valori fondamentali della famiglia e della comunità, e cercare si sperimentare soluzioni proposte dai residenti delle aree di frontiera, piuttosto che da una retorica che fa leva sulla paura”.

 

Edith Driscoll: