Il lavoro, soprattutto quello giovanile, è una vera e propria emergenza sociale, nella Capitale il 40,2% dei ragazzi tra i 18 e i 24 anni è disoccupato, quasi 1 su 2. Inoltre, secondo quanto emerso da una ricerca già condotta da Acli di Roma e provincia e Cisl di Roma Capitale e Rieti in collaborazione con l'Iref, l'80% dei giovani romani ha un livello alto o medio-alto di remissività lavorativa vale a dire che sarebbe pronto a rinunciare ai giorni di malattia (28,2%), alle ferie il 26,6%, il 15,2% a una parte dello stipendio, l'11,1% alla maternità. Dai dati emerge una crisi dell'aspetto valoriale del lavoro, che gli intervistati non percepiscono più quale strumento di crescita integrale della persona, ma lo percepiscono ridotto a mero cambio prestazione/compenso. Proprio per cercare di contrastare questa deriva si è svolto l'evento “Generiamo lavORO“, promosso dall'Ufficio per la pastorale sociale della Diocesi di Roma e dalle Acli di Roma e provincia, in collaborazione con la Cisl di Roma e Rieti, Confcooperative Roma, Ucid Roma, Azione Cattolica di Roma, Mlac Lazio, Mcl Roma e Centro Elis, ultima tappa del progetto Generare Futuro Roma, cofinanziato da Presidenza del Consiglio dei Ministri, Acli e Forum delle Associazioni Familiari.
In un contesto occupazionale difficile e spesso ostile è essenziale stimolare reti e forme di cooperazione per promuovere l'occupazione giovanile quale presupposto fondamentale per una cittadinanza piena ed attiva. È nato per questo il progetto “Generare Futuro“, un percorso caratterizzato da un ciclo di 10 laboratori che ha aiutato circa 40 giovani ad avere una visione alta del lavoro, incentrata sulla Dottrina Sociale della Chiesa, valore non solo confessionale, ma anche universale, e che li ha dotati anche di un kit di strumenti per facilitarne l'ingresso e la permanenza nel mondo lavorativo. Il percorso iniziato ad aprile e giunto all'ultimo appuntamento si è trasformato da un progetto ad un impegno per il futuro. La rete di organizzazioni promotrici, infatti, ha condiviso la necessità di superare la logica degli interventi spot, frammentati, attraverso l'attuazione di un cantiere permanente: il “Cantiere Generiamo lavORO“. Un vero e proprio patto per facilitare i giovani a inserirsi nel mondo lavorativo che è stato firmato dalle organizzazioni proprio in occasione dell'evento di oggi. Durante l'incontro ragazzi che hanno partecipato al corso hanno avuto la possibilità di interrogare le istituzioni e la società civile sulle problematiche riguardanti il mondo del lavoro e di ricevere i CV, gli attestati e il portfolio delle competenze, strumenti concreti ed efficaci per la ricerca di un impiego che sono stati elaborati nel corso dei laboratori come frutto del percorso effettuato.
“Oggi – ha dichiarato Lidia Borzì, presidente delle Acli di Roma e provincia – nasce il cantiere Generiamo lavORO, un cantiere che è una buona notizia per la città, che coniuga strumenti concreti e una visione alta del lavoro, perché il tema “giovani e lavoro”, con la disoccupazione under 24 al 40% e i lavoretti al ribasso, non può essere affrontato con interventi spot e frammentati o a compartimenti stagni, ma esige un impegno incentrato sulla valorizzazione del lavoro di rete. Il nostro obiettivo è promuovere azioni che avvicinino i giovani al mondo del lavoro, anche attraverso l'Istituzione della Scuola Permanente Generiamo lavORO – laboratori per facilitare l'avvicinamento dei giovani al lavoro. Un'occasione per rilevare, condividere e mettere a sistema le iniziative a favore del lavoro giovanile messe in campo da tutti gli attori sociali interessati”.
“Sono particolarmente contento – ha aggiunto don Francesco Pesce, incaricato dell'Ufficio per la pastorale sociale della Diocesi di Roma – di questo percorso fatto e che sarà la prima tappa di un lungo cammino. Sono contento perché c'è stato un clima di grande collaborazione tra le tante realtà che hanno partecipato e poi perché ci rivolgiamo ai giovani, in modo particolare alla loro difficoltà circa l'accesso al mondo del lavoro, sperando di aver reso un servizio per renderli più forti e in grado di usufruire pienamente dei propri diritti e delle proprie possibilità. La Chiesa, con la sua Dottrina Sociale, può contribuire molto alla dignità del lavoro delle persone”.