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Un “Orto sociale in carcere”

Sono quaranta i detenuti dell'istituto penitenziario di Barcaglione, in Ancona, che hanno aderito al progetto “Orto sociale in carcere” e che ogni anno procudono 30 quintali di ortaggi. Si tratta di un progetto avviato con la collaborazione dei pensionati Coldiretti Ancona che hanno messo a disposizione la loro esperienza e competenza, insegnando ai detenuti come gestire la terra e supervisionando il lavoro. 

In un terreno che dispone anche di serre riscaldate vengono prodotti pomodori, peperoni, zucchine, ma anche cocomeri e meloni. C'è persino un uliveto. Gli ortaggi vengono consumati dagli stessi detenuti. L'adesione al progetto è volontaria ma grazie al passaparola sono sempre di più quelli che si avvicinano al lavoro della terra.

“Una volta – racconta Antonio Carletti, presidente di Federpensionati Coldiretti Ancona – un detenuto mi ha chiesto di insegnargli a coltivare un orto perché fuori dal carcere, se non avesse trovato lavoro, avrebbe potuto comunque aiutare la sua famiglia. Mi ha colpito molto e mi ha fatto comprendere in pieno il valore di questa iniziativa. A mio avviso andrebbe ulteriormente valorizzata con un attestato di partecipazione. Una soddisfazione in più per i detenuti”.

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