Secondo un recente rapporto tematico di genere, realizzato dal Consorzio interuniversitario AlmaLaurea, risulta che le ragazze che si laureano sono quelle con i voti può alti, che si laureano prima ma nonostante ciò al lavoro vengono pagate di meno, hanno meno possibilità di ottenere un lavoro e meno proposte.
Sempre secondo lo studio infatti, le donne nel 2020 hanno rappresentato tra tutti i laureati una maggioranza del 60%, dati importanti e che ci dovrebbero far riflettere ancora una volta sull’importanza dell’uguaglianza all’interno della nostra società. Infatti, nonostante i dati ci dicano che le donne siano in maggioranza a laurearsi, e la maggior parte con il massimo dei voti, nel momento in cui ottengono un lavoro si ritrovano ad essere meno “riconosciute”, con salari già bassi e meno privilegi rispetto a quelli di un uomo. Quando si tratta di andare a lavorare infatti il tasso di occupazione tra i laureati di primo livello è dell’86% delle donne e del 92% circa per gli uomini, insomma una percentuale molto più alta nei confronti degli uomini piuttosto che delle donne, questi sono dati che ci servono per capire quanto, seppur minimo, ancora vi sia un problema di diseguaglianza.
Il livello di preparazione per ottenere un lavoro deve essere lo stesso, che lo faccia un uomo oppure una donna, proprio per questo si deve avere la stessa possibilità di ottenere il lavoro e ancor di già di ottenere un salario paritario, perché solo così si raggiunge un equilibrio stabile e soprattutto sano. Dev’essere la società ad iniziare a mediare all’apparente arretratezza di questa situazione, tramite la politica, le università, che hanno il dovere di invertire questa rotta e rendere possibile ciò che molte donne da anni chiedono e si battono affinché si possa realizzare.