Per il ministero della Salute le ecografie davvero necessarie da fare in gravidanza sono solo due, ma spesso, nell’arco dei nove mesi, vengono prescritti più esami di quanti siano realmente necessari. “La voglia di vedere il proprio bambino è incontrollabile, sin da quando il piccolo è nella pancia – riferisce Donna Moderna -. Questo, insieme a eccessi di ansia e paura, è uno dei motivi principali per cui si può rischiare di esagerare con il numero e la frequenza di ecografie in gravidanza”.
Le indicazioni delle autorità sanitarie
Esistono linee guida precise a cui i genitori spesso non si attengono, redatte dal ministero della Salute. Queste indicazioni prevedono, in assenza di complicazioni o sopraggiunte necessità, che le ecografie necessarie in gravidanza siano tre (una a trimestre). Tre è il numero sufficiente per accertarsi che il piccolo stia crescendo bene e che sia in buona salute. Tutto ciò, ovviamente, è valido salvo diverse indicazioni del medico. “Vi sono ragioni precise per cui sarebbe meglio limitare le ecografie allo stretto necessario e, dunque, non cedere né all'impazienza né all'ansia immotivata- evidenzia il settimanale diretto da Annalisa Monfreda-. L'ecografia fatta nel momento sbagliato, per esempio troppo presto, non farebbe che alimentare timori che, di fatto, non avrebbero ragione di esistere”.
Dalla parte dei genitori
SantagostinoBimbi–Genitori consapevoli è un progetto che supporta papà e mamme che giorno dopo giorno si confrontano con il delicato e difficile compito di far crescere in salute i propri figli. “Spinte un po’ dal desiderio, e a volte un po’ anche dalla preoccupazione, le coppie di futuri genitori si fanno convincere a fare numerose ecografie, spesso molte di più di quelle che sono realmente necessarie – spiega Marta Impedovo dell’ufficio comunicazione del Centro Medico Santagostino -. Non va dimenticato, infatti, che la gravidanza non è una malattia e ci sono molti aspetti (ad esempio la data di concepimento), che ostetrici o ginecologi possono cogliere anche solo da un buon dialogo con la donna in attesa senza necessità di utilizzare strumenti diagnostici come l’ecografia. La Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) ha pubblicato il decalogo delle società scientifiche “Buone pratiche in Ginecologia in cui si sostiene che se la gravidanza è fisiologica, cioè senza particolari fattori di rischio, “le ecografie essenziali, anche secondo il disposto dei nuovi Lea (i livelli essenziali di assistenza, ossia le prestazioni e i servizi che il Servizio sanitario nazionale è tenuto a fornire a tutti i cittadini, gratuitamente o dietro pagamento di una quota di partecipazione, cioè il ticket), sono due”. Queste due ecografie gratuite hanno lo scopo di «verificare la regolarità del battito cardiaco, la crescita e la posizione del feto». In particolare sono l’ecografia del primo trimestre di gravidanza (a partire dall’ottava settimana di gravidanza) e l’ecografia tra la 19° e la 21° settimana di gravidanza (ecografia morfologica).
Evitare il trauma
“Un’ulteriore ecografia nel terzo trimestre, tra la 30° e la 32° settimana di gestazione, deve essere valutata dall’ostetrica o dal ginecologo che stanno seguendo la gestazione- sottolinea Impedovo- Nel caso se ne individui la necessità, il medico può prescriverla e viene anch’essa passata dal Sistema Sanitario Nazionale”.La regola base è quella di “non medicalizzare una gravidanza fisiologica, cioè senza fattori di rischio, prescrivendo esami e accertamenti diagnostici superflui”, avverte Elsa Viora, presidente Aogoi (Associazione ostetrici ginecologi ospedalieri italiani). Una donna che scopre di essere incinta spesso va subito dal ginecologo per la prima ecografia, ma potrebbe essere troppo presto. Il momento migliore per farla è intorno alle 12 settimane: in questo momento si possono infatti cominciare a valutare gli organi del bambino e, soprattutto, la funzionalità del cuore. “La prima ecografia è consigliata durante la gravidanza a partire dall’ottava settimana di gestazione, non prima. Le donne sanno bene che il rischio che la gravidanza si interrompa è più alto nelle prime settimane – precisa Paola Scavello, ostetrica del Centro medico Santagostino – ma sentire il battito, vedere l’embrione e programmare le visite successive sembra cancellare questa consapevolezza e trasforma un eventuale aborto spontaneo in un trauma se possibile ancora più doloroso”.
Non anticipare
La seconda ecografia (detta anche morfologica) è prevista tra la 19°e la 21° settimana di gravidanza. “In questo esame il medico valuta approfonditamente, tramite le immagini ecografiche, una serie di parametri, tra cui: la quantità di liquido amniotico, la posizione della placenta, ma soprattutto la morfologia del feto, la sua crescita ed eventuali malformazioni congenite visibili”, puntualizza Impedovo. Anche in questo caso è bene non anticipare la visita. “Mi capita spesso di fare ecografie anche molto prima, attorno alla 15esima settimana, perché i genitori sono giustamente impazienti di scoprire il sesso del bambino – sostiene Francesca Sala, ginecologa del Centro Medico Santagostino – ma anche in questo caso, anticipare i tempi è sconsigliato perché la valutazione si basa su linee guida relative a una precisa epoca gestazionale. Se effettuata prima, il medico potrebbe trovarsi a dover segnalare piccole anomalie o ritardi nello sviluppo del tutto normali per una fase precedente della gravidanza, ma che pongono la futura mamma in uno stato d’ansia ingiustificato e che richiedono comunque un’ulteriore ecografia il mese dopo”.
Accertamenti gratuiti
A maggio 2017 il Ministero della Salute ha aggiornato la lista delle prestazioni sanitarie gratuite per tutte le donne gravide in buono stato di salute. Oggi, dunque, sono tre le ecografie che possono essere eseguite senza pagare: l’ecografia del primo trimestre di gravidanza, un’ecografia inserita nella diagnosi prenatale del test combinato in cui si valuta la lunghezza del feto e lo spessore della “translucenza nucale” e che si effettua tra le 11 e le 13 settimane di gestazione, ecografia del secondo trimestre di gravidanza (morfologica). In caso di rischio, se segnalato dal ginecologo, viene passata anche l’ecografia del terzo trimestre. In cui il medico osserva lo stato di accrescimento del feto, la quantità di liquido amniotico e la posizione del bambino, cefalica o podalica, per scegliere se optare per un parto naturale o cesareo.
Bisogno effettivo
A proposito delle ecografie in gravidanza, esistono vere e proprie linee guida a cui attenersi se l'attesa non presenta particolari complicazioni. Il rischio di esagerare è sempre dietro l'angolo. “Per quanto riguarda le ecografie in gravidanza, le mamme italiane non sono completamente preparate. Infatti, spesso si eccede anche senza un effettivo bisogno di sottoporsi con frequenza a questo tipo di indagine. Per ansia, paura ma anche irresistibile curiosità di vedere più spesso (e sempre più chiaramente) il proprio bambino – osserva Donna Moderna -. Però, in merito alle ecografie in gravidanza, sarebbe opportuno attenersi alle linee guida del Ministero della Salute che ne prevedono tre (una a trimestre). Ovviamente, salvo complicazioni o diverse necessità stabilite dal medico. Molto importante è anche rispettare il periodo in cui si effettua la prima ecografia, per non anticipare i tempi e avere, dunque, informazioni non sufficientemente precise e inutilmente allarmanti”.