Non potevamo immaginare che la Pasqua 2019 potesse essere segnata, ancora una volta, da terribili uccisioni”. Con queste parole, Don Aldo Buonaiuto intervistato da Eleonora Daniele ha commentato alla trasmissione di Rai uno “Storie italiane” l'attacco terroristico avvenuto ieri nello Sri Lanka. Secondo il fondatore di In Terris siamo di fronte ad “una vera e propria persecuzione” che Papa Francesco ha definito “ecumenismo del sangue”. D'altronde questa è stata l'ennesima testimonianza del fatto che i cristiani sono ancora perseguitati, come nell'antichità. “Sono veri martiri, la nostra libertà religiosa viene calpestata ogni giorno”. Don Aldo ha analizzato dove questi fenomeni di sangue avvengono con più frequenza: “Nell’epoca della globalizzazione ai terroristi conviene colpire nelle periferie del mondo”. Perché sono meno preparate e più indifese. “Oggi”, ha aggiunto, “siamo tutti vicini a loro. Dobbiamo sentire che anche il nostro cuore sanguina nel dolore”.
Le donne, vittime quotidiane della tratta di esseri umani
Durante l'intervista sono andate in onda le immagini della Via Crucis del Venerdì Santo al Colosseo. Che ha evidenziato il dramma della tratta degli esseri umani. “E' stata una grande gioia, vedere che il Santo Padre abbia messo al centro del discorso della Via Crucis, le vittime della tratta”. Non è un mistero che “molte donne nel mondo vengono considerate come oggetti”. E ancora: “Mercificate e messe a disposizione di uomini senza scrupoli”. Per Don Buonaiuto: “Queste parole del Papa sono state un grande appello”. Un megafono eccezionale per sensibilizzare tutta l'opinione pubblica ad un tema così delicato ed attuale. “E’ chiaro che noi vorremmo un mondo senza Via Crucis”, ha sentenziato il sacerdote. “Drammi che sono costruiti ad arte da uomini malvagi, anzi disumani. La tratta degli esseri umani è una realtà presente anche del mondo occidentale. A coloro che sostengono che la prostituzione sia il mestiere più antico del mondo, noi diciamo che è una grande falsità”. Perché: “Come spiegava don Benzi, nessuna donna nasce prostituta, ma c’è qualcuno che la fa diventare tale. Quindi siamo di fronte alla più antica ingiustizia del mondo“.
L'attività dell'Associazione Papa Giovanni XXIII
In seguito è stata mostrata l'intervista drammatica di una giovane donna torturata dai suoi aguzzini e costretta a prostituirsi. Così la Daniele ha sottolineato l'importante opera della Comunità Giovanni XXIII e don Aldo ha precisato: “E' una grande famiglia che accoglie tutte le vittime della tratta. Innanzitutto voglio fare un grande ringraziamento a Giovanni Paolo Ramonda, presidente della comunità Giovanni XXIII”. Una realtà presente in circa 47 Paesi e portata avanti da tante persone: tra cui la maggior parte sono laici e molti giovani. “I nostri volontari, alle donne in strada fanno una domanda diversa: quanto soffri? E non quanto costi”. Una differenza sostanziale nell'approccio. Poi un invito alla riflessione per gli uomini che cadono in questa tentazione. “Esorto loro a pensare un po’ di più quando hanno questa perversa istintività. Hanno di fronte persone, e non cose, che potrebbero essere a loro care”. “La sessualità è un dono. Non è come consumare una sigaretta”, ha ricordato il sacerdote. “Sono donne che sono state obbligate a vendersi”. Una delle piaghe del mondo moderno. “Don Oreste Benzi l'aveva capito 40 anni fa quando veniva deriso. Oggi, invece, tutti sanno che sulle strade ci stanno le schiave. E chi fa finta di non capirlo ne è complice”.
Pasqua, eterno simbolo di rinascita
Eppure la speranza e il riscatto non abbandonano mai uomini e donne che hanno fede. “Nella Veglia di Pasqua, in cui tradizionalmente si rinnovano le nostre promesse battesimali, ho battezzato la figlia di una di quelle ragazze liberate“. Come ci ha insegnato Sant'Agostino: “Questa notte santa è la madre di tutte le veglie”. In cui il Signore passa per liberare il suo popolo oppresso dalla schiavitù. Dalle acque del battesimo emerge un persona nuova, simbolo di resurrezione.