Adue giorni dall’accordo tra il mondo sindacale e il Miur, In Terris per comprendere la portata di quanto pattuito, ha intervistato il Segretario Generale SNALS-Confsal, Elvira Serafini. Che da 40 anni milita in questa organizzazione ed è impegnata in prima linea per la difesa della professionalità dei docenti e di tutti i lavoratori dell’Istruzione.
L’intesa tra voi e il Ministero dell’Istruzione e dell’Università è su tutti i giornali. Decine di migliaia di precari verso la stabilizzazione, ma c’è anche dell’altro?
“L’accordo che abbiamo siglato l’11 giugno si aggancia perfettamente con quello firmato tra il 23 e il 24 maggio presso Palazzo Chigi alla presenza di Giuseppe Conte e Marco Bussetti. Premetto che siamo alquanto soddisfatti perché le richieste presentate dalla delegazione SNALS, insieme alle altre organizzazioni sindacali, sono state accolte. E’ stato stabilito che il tutto verrà chiuso entro il 2019, quindi entro il primo settembre 2020 il tutto sarà operativo. Abbiamo definito un concorso straordinario: per partecipare è necessario che i colleghi abbiano 36 mesi di servizio negli ultimi otto anni, e almeno uno degli anni di servizio deve essere stato svolto nella classe di concorso per la quale partecipano. Per intenderci se sono laureato in Lettere devo aver insegnato italiano e non storia o geografia. Abbiamo inoltre stabilito che per la graduatoria il punteggio sarà determinato in maniera preminente dai titoli di servizio, oltre che dal punteggio ottenuto alla prova con il computer. Contemporaneamente al concorso abbiamo chiesto l’attivazione del pass che sarà aperto a tutti – dai neolaureati ai dottori di ricerca – e darà la possibilità a chiunque di conseguire l’abilitazione. Mi faccia aggiungere una cosa”.
Prego…
“Al tavolo con il governo si è discusso anche del personale Ata, soprattutto per i direttori dei servizi amministrativi. I quali attendono una stabilizzazione armonica. Sono in una situazione anomala perché non gli viene riconosciuto il servizio prestato allo Stato. Grazie a loro, funziona la macchina amministrativa delle istituzioni scolastiche. Comunque ne riparleremo con il governo il 20 giugno”.
Le vostre richieste non si fermano qui. Nei prossimi mesi per cosa lotterete?
“Per quanto riguarda i docenti serve un organico funzionale, e lo SNALS lo chiede da decenni dicendo: 'Basta all’organico di fatto e quello di diritto'. Perché crea soltanto degli scollamenti, al docente serve stabilità e continuità didattica. Senza dimenticare che vanno evitate le cosiddette classi pollaio, occorre ridurre il numero degli alunni in modo tale che la loro gestione sia più facile. E poi andrebbe riconosciuto a tutti gli insegnanti il lavoro usurante”.
Come sta la scuola italiana?
“E’ sicuramente diversa rispetto a 10 anni fa, basti pensare alla digitalizzazione. C’è stata una trasformazione che non ha impedito la produzione di eccellenze. Rispetto al passato, però, la funzione del docente non è più riconosciuta. L’educatore oggi non è visto come persona che va rispettata e considerata e che dovrebbe agire in continuità con le famiglie. Il distacco tra la famiglia e la scuola è senza dubbio una nota negativa che non permette un ulteriore salto di qualità”.