La raccolta di grano in Siria nel 2017 si è assestata attorno a 1,8 milioni di tonnellate, con una crescita del 12% circa rispetto allo scorso anno, a conferma di un miglioramento parziale della situazione nel Paese. Tuttavia, il dato resta pur sempre inferiore di oltre la metà rispetto ai livelli toccati nel periodo pre-conflitto. È quanto emerge da un rapporto pubblicato a Parigi da un gruppo di esperti e ricercatori della Fao, l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura e riportato da Asia News.
Il rapporto Fao
Ancora oggi in Siria vi sono fino a 6,9 milioni di abitanti che vivono situazioni di “insicurezza alimentare” mentre altri 5,6 milioni di persone potrebbero presto finire nella categoria di persone “a rischio” se non riceveranno nell’immediato futuro aiuti alimentari ogni mese.
Le zone del Paese particolarmente colpite dall’emergenza sono la provincia di Deir el-Zor, dove proseguono i lanci di scorte alimentari, e Raqqa, ex roccaforte dello Stato islamico in Siria. In città, spiegano gli esperti Fao, il costo “del cesto alimentare standard” è aumentato “del 42% fra maggio e giugno di quest’anno”.
La ripresa dell’agricoltura
Le precipitazioni “più abbondanti del previsto nel bacino dell’Eufrate” hanno contribuito per quest’anno ad “aumentare i flussi e i livelli di acqua di molte dighe”. La pioggia è uno dei fattori chiave, proseguono gli esperti, che ha permesso di “rafforzare leggermente la produzione di frumento e di orzo” rispetto al 2016; il miglioramento della qualità di prati e campi ha inoltre favorito la bachicoltura. Nell’ultimo periodo è stato infine riaperto un impianto governativo per la mietitura del grano, fermo da diversi anni. Fonte: Asia News.