Ospedali come una galleria d'arte. È la sfida e il sogno di Silvio Irilli, un passato da illustratore, poi il nel 2011 la chiamata dal Policlinico Gemelli per dipingere un corridoio di radioterapia oncologica: “I medici mi chiesero di provare a dare un'accoglienza diversa ai piccoli malati oncologici” ha detto all'Ansa. Nato a Chieri, Irilli segue la passione per il disegno illustrato da oltre trent'anni. È stato illustratore nel campo dell'editoria, quando nel 2008 fu chiamato a dipingere il soffitto dell'acquariocdi Atlanta: circa 350 metri quadri di soffitto che lo hanno messo alla prova, ma hanno anche rappresentato l'inizio di un percorso che oggi lo ha portato in diversi ospedali in Italia, dal nord al sud del Paese.
Ospedali come acquari
Silvio ha “firmato” col pennello 15 ospedali, dipingendo in 9 anni circa 3mila metri quadrati. Dal Fazzi di Lecce al Monaldi di Napoli, all'Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, lui confessa: “Con i colori, le emozioni e la fantasia, riporto l’umanità in ospedale”. La sua arte piace anche ai bambini che, fra tartarughe sorridenti e pesci, fanno un'esperienza unica, nonostante le cure a cui sono sottoposti. Come egli stesso ha dichiarato: “I dottori mi hanno spiegato di esser risusciti ad acquisire la fiducia dei pazienti, in alcuni casi non è stato necessario addormentare i bimbi per effettuare la radioterapia, andando oltre ogni aspettativa”. Da qui, nel 2012, nasce il progetto “Ospedali dipinti”, che ha trasformato in un bosco incantato il corridoio dell'Ospedale Regina Margherita di Torino e in un acquario il pronto Soccorso di Novara.
Anche nel reparto dedicato a Nadia Toffa
L'attività di Irilli è resa possibile grazie alle Onlus, così “le strutture pubbliche non devono spendere soldi per la decorazione dei reparti”. L'agenza dell'artista è già piena di nuovi progetti: a febbraio, colorerà l'Isola del Sorriso del reparto di Neuropsichiatria a Messina. Poi sarà la volta di Taranto, a dipingere le stanze di degenza del reparto di Oncoematologia intitolato a Nadia Toffa: “Il mio obiettivo è aiutare più bambini possibili a vincere le paure e farli continuare a sognare anche in ospedale. Magari, in futuro, rendendo le mie opere anche interattive” ha concluso.