Siccità: preoccupa il centro Italia, in Sicilia è emergenza

siccità

A sinistra il dottor Emanuele Romano

Desertificazione, degrado del suolo e siccità rappresentano i problemi ambientali più forti del nostro tempo. Il suolo è minacciato dall’incremento demografico, dagli stili di produzione e di consumo insostenibili e dal cambiamento climatico. La siccità è una particolare condizione metereologica naturale che diventa problematica qualora persista. Quando perdura infatti, può avere un forte impatto sull’agricoltura, sulla ricarica degli acquiferi, sulla salute dell’uomo e sulla stessa economia.

L’intervista

In occasione della giornata mondiale per la lotta alla desertificazione e alla siccità Interris.it ha intervistato il dottor Emanuele Romano, ricercatore presso l’istituto di ricerca sulle acque del CNR-IRSA (Consiglio Nazionale delle Ricerche).

Dottor Romano, che estate ci aspetta?

“Dal punto di vista della siccità, noi non siamo in grado di fare questa previsione in modo preciso. L’unico pronostico in nostro possesso è quello di capire su un orizzonte di uno, due mesi, quale sarà la tendenza. In generale, il settore che risente maggiormente di quanto pioverà nei prossimi mesi è quello agricolo, dato che in estate meno precipitazioni ci sono, più si dovrà irrigare i terreni per continuare a scongiurare una sofferenza della produzione agricola. Dal punto di vista delle risorse idriche invece, ciò che più conta sono le precipitazioni nel periodo che va da novembre a maggio”.

Nell’inverno scorso in alcune regioni della nostra penisola le piogge sono state molto scarse. Questo fattore ha delle conseguenze sui cittadini?

“Stiamo parlando soprattutto del centro Italia e in particolare del Lazio in cui le risorse idriche utilizzate a scopo civile sono in difficoltà e dove questa situazione potrà essere corretta solo marginalmente da eventuali prossime precipitazioni. In questa zona però, le risorse idriche hanno tecnicamente una resilienza che farà in modo che non ci siano situazioni di mancato approvvigionamento. Sempre in centro Italia, preoccupano alcune situazioni locali sul territorio marchigiano. Chi invece già ora si trova in una condizione di estrema difficoltà è la Sicilia, tanto è vero che il dipartimento nazionale della protezione civile ha dichiarato lo stato di emergenza da crisi idrica e in alcune zone dell’isola l’erogazione di acqua potabile è già sotto turnazione o avviene tramite autobotti”.

Il rischio siccità sta aumentando?

“In Italia, anche in passato, abbiamo sempre avuto problemi di siccità. Lo scenario attuale però mostra un peggioramento della situazione, con episodi siccitosi più frequenti. Questa condizione spaventa perché, se prima avendo una siccità ogni dieci anni, si riusciva a rientrare nella normalità nel giro di qualche mese, o al più di qualche anno, ad oggi non è più così, e le conseguenze di più eventi ravvicinati potrebbero sovrapporsi”.

La siccità ha delle conseguenze negative sulla salute umana?

“Quando parliamo di siccità intendiamo un periodo più o meno prolungato di assenza di precipitazioni. L’evento però che impatta maggiormente sull’uomo è quelle che definiamo ondate di calore, ovvero periodi limitati di temperature molto alte. Queste sono dannose soprattutto per le persone più anziane il cui corpo è più fragile e meno capace di sopportare uno sbalzo forte di temperatura. Per questo motivo è importante proteggere gli anziani da queste ondate, facendoli rimanere in casa nelle ore più calde e con un temperatura costante, oppure in luoghi freschi”.

Cosa consiglia per risparmiare acqua?

“Si tratta di un bene inestimabile di cui si deve sempre avere parsimonia. Il cambiamento parte da noi, ma non sempre i cittadini sono istruiti per farlo. Per esempio per consumare meno acqua si dovrebbe preferire la doccia alla vasca da bagno. Inoltre, l’acqua viene utilizzata per la produzione di energia, sia tramite l’idroelettrico, sia tramite il termoelettrico, dove l’acqua serve per raffreddare gli impianti. A tal proposito dunque, in estate per risparmiare acqua basterebbe mantenere il condizionatore a 23° e non a 18°”.

Elena Padovan: