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Senza l'inglese non si fa carriera

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Il successo sul lavoro parla la lingua di Shakespeare. Lo dimostrano i dati di Wall Street English e del Sole 24 Ore. A favore dell'inglese giocano soprattutto due fattori: la semplicità di apprendimento e la sua utilità in tutto il mondo e in tutti i campi. Più felici e ben pagati, se si conosce l'inglese. A confermare i benefici effetti della lingua inglese sulla nostra carriera, arrivano i dati dell'ultima ricerca internazionale di Wall Street English. Fra gli italiani che parlano inglese, infatti, 1 su 2 dichiara di aver migliorato la propria posizione lavorativa grazie alla competenza linguistica, 1 su 4 dichiara di aver incrementato il proprio stipendio e 1 su 2 dichiara che conoscere la lingua aumenta la propria felicità personale. Il 56% dei cittadini dell'Unione europea parla una seconda lingua e gli europei sono quelli che nel mondo parlano meglio l'inglese come seconda lingua (con un livello eccellente nei Paesi scandinavi e calante via via che si scende verso sud). A seguire come livello di conoscenza si piazzano gli asiatici, con Singapore e Malaysia in testa. I fanalini di coda sono Arabia Saudita, Libia e Thailandia. Wall Street English ha commissionato a YouGov, una delle principali società di ricerche di mercato globali, un'indagine per fotografare l'impatto che la conoscenza della lingua inglese ha sulla vita delle persone. La survey, condotta ad agosto 2018 in 8 paesi (Germania, Italia, Russia, India, Indonesia, Cina, Giappone e Cile), ha coinvolto un panel di 4.000 adulti (+18). I risultati mostrano i benefici che derivano dal saper parlare inglese in un mondo sempre più globalizzato, mettendo in evidenza come la conoscenza della lingua sia oggi un fattore importante nella soddisfazione lavorativa, nella progressione della carriera e nella felicità generale.  Il livello di inglese, riferisce l’Adnkronos, cambia notevolmente da mercato a mercato: in vetta alla classifica si posizione la Germania, dove il 44% degli intervistati dichiara un livello avanzato di inglese, in coda troviamo il Giappone dove solo un 10% del panel raggiunge un livello avanzato, a fronte di un 57% di utenti che non parlano la lingua nemmeno a un livello base. L'inglese è diventato la lingua franca del mondo. Le imprese, monitorate dal Sole 24 ore, hanno fatto da apripista e continuano a svolgere un ruolo cruciale nella diffusione dell'inglese in tutto il mondo e nella sua consacrazione come lingua del business.

Italia in ritardo rispetto al resto dell’Ue

L'utilità di poter comunicare in inglese su tutti i mercati ha rapidamente fatto superare ogni retaggio di orgoglio nazionale o di tradizione. La situazione nel nostro Paese vede, invece, un 30% di italiani che attestano un livello advanced, rispetto a un 18% di non-speaker. Complessivamente, coloro che hanno raggiunto un livello avanzato di inglese sono due volte più positivi verso la loro prospettive di carriera, rispetto ai lavoratori che non parlano inglese. In ogni paese si evidenzia una chiara correlazione tra il livello di inglese raggiunto e l'ottimismo nei confronti del progresso della posizione lavorativa. Questo sentimento si accentua in particolare quando si passa da un livello base a uno intermedio. In Italia il 47% del panel che parla inglese si dichiara positivo sulla prospettiva di carriera nei prossimi 5 anni. I risultati raccolti sul mercato italiano indicano che il 25% degli intervistati che parlano inglese ha dichiarato di aver migliorato la propria posizione lavorativa grazie alla lingua; la percentuale sale al 37% tra chi attesta un livello advanced. Il 24% dichiara di aver aumentato i propri guadagni; di questi, il 27% ha incrementato le proprie entrate tra il 16% e il 20%. Il 27% del campione ha ottenuto un lavoro che non avrebbe potuto svolgere se non avesse saputo parlare inglese; la percentuale cresce al 43% tra chi ha raggiunto un livello advanced. Qual è invece l'importanza percepita dagli utenti intervistati? Il 45% delle persone che parlano inglese crede che la lingua possa migliorare la propria posizione lavorativa, il 52% che serva per svolgere il lavoro desiderato, il 52% che possa avvantaggiare in fase di selezione e il 37% crede che sia utile per incrementare i propri guadagni. Non stupirà, quindi, che il 36% del campione italiano abbia iniziato a studiare inglese per aumentare le proprie possibilità di guadagno, mentre il 63% per una crescita personale. La ricerca ha indagato anche il metodo di apprendimento utilizzato dagli utenti: nel nostro mercato emerge che 1 italiano su 5 ha frequentato un corso tradizionale in classe, a fronte di un 8% che ha seguito corsi online. Per offrire una soluzione che risponda a entrambe le esigenze di flessibilità e supporto frontale, si stanno oggi affermando sempre di più i cosiddetti corsi 'blended'. In questa direzione anche l'offerta formativa di Wall Street English che da oltre 45 anni utilizza il metodo blended, mix perfetto tra le opportunità di accessibilità e flessibilità tipiche dell'online e la guida e verifica professionale dei progressi da parte di insegnanti madrelingua. In un mondo ormai globalizzato, inoltre, le persone capiscono bene l'importanza di poter comunicare con tutti. Lo studio ha rivelato che quasi i tre quarti degli intervistati (74%) pensa che nei prossimi cinque anni imparare bene l'inglese diventerà una leva strategica per migliorare le proprie prospettive di vita. Di questi, in Italia, il 59% la reputa una lingua fondamentale per poter comprendere la terminologia specifica in ambito professionale, il 58% la ritiene una skill importante per costruire relazioni a livello internazionale, il 57% pensa che costituirà una leva di selezione da parte dei datori di lavoro e per il 22% degli intervistati le aziende saranno disposte a concedere stipendi più alti a che si distingue per un'ottima padronanza dell'inglese.

Vantaggi professionali per chi parla un altro idioma

“Possiamo verificare quotidianamente i benefici che l'apprendimento dell'inglese genera nella vita dei nostri studenti, fornendo reali miglioramenti alle loro carriere e alla visione della vita in generale. Se la globalizzazione avvicina le persone, l’inglese diventa fondamentale per appianare le differenze e creare così nuove opportunità per tutti”, commenta Emiliano Battaglia, Managing Director di Wall Street English Italia. Per esempio, Nokia, il colosso finlandese delle telecomunicazioni, o Sap, la societá di software tedesca, hanno scelto l'inglese come lingua ufficiale per tutte le comunicazioni esterne e interne. Un recente studio riportato dal quotidiano della Confindustria prevede che l'inglese resterà la lingua del business, anzi rafforzerà il suo ruolo di indispensabile mezzo di comunicazione in tutto il mondo e in tutti i campi. Mentre in passato la conoscenza dell'inglese era un “indicatore d'élite“, dimostrazione di un certo livello di cultura e di apertura al mondo, adesso sta diventando uno “skill di base“, un'abilità che viene richiesta a tutti a tutti i livelli. Esattamente come l'alfabetizzazione, un tempo prerogativa delle élite: negli ultimi due secoli invece la capacità di leggere e scrivere è diventata diffusa e indispensabile per chiunque a qualsiasi livello voglia svolgere un ruolo nella società attuale. “Non sapere l'inglese, quindi, significa ormai chiudersi verso l'esterno, limitarsi a una dimensione locale o al massimo nazionale, rinunciare a sfruttare le mille opportunità e dimensioni di internet, auto-escludersi dal mondo degli affari, ma anche da quello della scienza, della cultura, dell'arte e della musica”, attesta il Sole 24 Ore La diffusione della lingua inglese nel mondo oggi ha superato ogni previsione fatta nel secolo scorso. A livello globale 375 milioni di persone parlano inglese come prima lingua, e altrettante come seconda lingua. L'inglese è la lingua ufficiale, o perlomeno è riconosciuta tra le lingue ufficiali, in 75 Paesi – dall'India al Sudafrica passando per il Canada – con una popolazione complessiva di oltre due miliardi di persone. Anche se altre lingue, come il cinese o lo spagnolo, sono parlate da un numero maggiore di persone, nessun'altra è così parlata in tutto il mondo. Secondo gli ultimi dati del British Council, a livello globale ormai una persona su quattro parla inglese e la domanda da parte degli altri tre quarti della popolazione mondiale continua a crescere. Oltre un miliardo di persone (bambini, ragazzi e adulti) stanno imparando la lingua inglese, studiandola a scuola, sul posto di lavoro, in corsi pomeridiani, serali o, sempre più spesso, online.

2 miliardi entro il 2020

La previsione è che entro il 2020 saranno due miliardi le persone che studiano l'inglese nel mondo. Guardando avanti, gli esperti ritengono che il predominio della lingua inglese continuerà, nonostante la graduale perdita di potere e influenza degli Stati Uniti e della Gran Bretagna – e in generale del mondo occidentale – e l'inesorabile ascesa delle economie emergenti dell'Asia e dell'America latina. “Imparare il cinese, per esempio, comporta invece uno sforzo e uno studio ben superiori e serve in un contesto ben più circoscritto. Gli stessi cinesi sembrano ben consci di questo limite: non a caso rappresentano la maggioranza delle persone che studiano l'inglese e il loro numero è in costante aumento – documenta il Sole 24 Ore – Oltre 100mila insegnanti di lingua inglese madrelingua lavorano in Cina e la domanda continua a superare l'offerta- Data l'egemonia dell'inglese, non sorprende che nell'apprendimento delle lingue i meno solerti siano proprio quelli di madrelingua inglese. Il 60% degli inglesi sa parlare solo inglese, mentre solo un americano su dieci si è preso la briga di imparare un'altra lingua”.

Giacomo Galeazzi: