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Save the Children Italia, 6 milioni di bambini l’anno muoiono di malattie curabili

“Nell’arco di una generazione il mondo ha raggiunto traguardi importanti nella lotta alla mortalità infantile e nell’accesso all’istruzione: dal 1990 il numero di bambini sotto i 5 anni che muoiono per cause prevenibili e curabili è dimezzato e dal 2000 il numero di bambini che non vanno a scuola è sceso del 42%. Ma sono ancora milioni i bambini in Italia e nel mondo che rimangono esclusi da questi progressi. Sono i bambini più indifesi del pianeta, quelli a cui l’infanzia è stata negata perché sono nati nel posto sbagliato o nel momento sbagliato. Sono bambini senza un domani”: lo afferma Valerio Neri, direttore generale di Save the Children Italia, che oggi lancia la campagna globale “Fino all’ultimo bambino” per salvare e dare un futuro a tutti i bambini del mondo.

La sezione italiana della Ong internazionale – fondata a Londra nel 1919 – ricorda che sono quasi 6 milioni, ogni anno, i bambini sotto i 5 anni che muoiono per malattie facilmente curabili e 60 milioni i minori tra 6-11 anni che non vanno a scuola, 58 milioni solo nei Paesi più poveri; 400 milioni sotto i 13 anni vivono in povertà estrema e altrettanti sono discriminati a causa della loro religione, etnia, disabilità, genere.

Problemi presenti, con altre percentuali, anche nei Paesi ad alto reddito: nell’Ue circa il 27% dei minori è a rischio di povertà e di esclusione sociale. In Italia, oltre 1 milione di bambini vive in povertà assoluta, senza il necessario per crescere e senza opportunità educative, mentre oltre 2 milioni vivono in povertà relativa. Nel nostro Paese, un bambino su 10 non può permettersi abiti nuovi mentre 1 su 20 non riceve un pasto proteico al giorno.

“La nuova campagna globale prosegue il lavoro iniziato con EveryOne ma lo amplia ed estende, per garantire che ogni bambino, in Italia e nel mondo, possa avere cure adeguate, cibo nutriente e opportunità educative” conclude Neri. Anche quest’anno, tutti potranno dare il proprio contributo attraverso il numero unico solidale 45567, che sarà attivo da oggi all’8 novembre.

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