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Rohingya, Onu: “Oltre 1000 morti negli scontri con i militari birmani”

Sarebbero piĆ¹ di mille i morti nello stato di Rakhine in Mayanmar, di cui la maggior parte musulmani di etnia Rohingya, avvenuti durante gli scontri tra la polizia birmana e i gruppi di militanti,Ā piĆ¹Ā del doppio dei 475 morti dichiarati dal governo del Premio Nobel per la PaceĀ Aung San Suu Kyi. Lo riporta l’Onu.

L’allarme Onu

“Il numero racchiude le vittime di entrambi gli schieramenti – fa sapere Yanghee Lee, dell’Osservatorio sui diritti umani delle Nazioni Unite in Myanmar -, ma senza dubbio la maggior parte dei morti sono Rohingya”.

Gli scontri sono esplosi due settimane fa, il 25 agosto scorso, quando i militanti armati Rohingya dell’Arsa avevano lanciato una serie di attacchi coordinati, scatenando la reazione dell’esercito che ha dato fuoco a villaggi e messo in fuga i civili.

Al confine col Bangladesh

Secondo l’Agenzia delle Nazioni Unite, la minoranza etnica, di religione musulmana, ĆØ discriminata dal governo di Myanmar, Paese a prevalenza buddista, che li reputa immigrati dal confinante Bangladesh. In piĆ¹ di 160 mila hanno attraversato il confine del vicino Paese musulmano in cerca di protezione, ma non tutti sono stati accolti e in migliaia si sono asserragliati lungo il confine in condizioni igienico-sanitarie allarmanti.

AtrocitĆ  Rohingya

Dal Pakistan, intanto, la premio Nobel per la pace Malala Yousafazi rinnova l’invito alla Consigliere di Stato birmana San Suu Kyi a difendere la minoranza Rohingya. Ma mentre la comunitĆ  internazionale preme sul governo del Myanmar per porre fine alle violenze nello Stato di Rakhine, la societĆ  birmana ed i gruppi etnici evacuati dai villaggi del nord del Paese denunciano le atrocitĆ  subite per mano dei militanti armati Rohingya.

Lo scorso 25 agosto, riporta Asia News, sono morti 400 birmani per manoĀ dei militanti dellā€™Arakan Rohingya Salvation Army (Arsa) che hanno attaccato decine di posti di polizia e una base militare.Ā Agli attacchi ĆØ seguita quella che il governo definisce una ā€œlegittima campagna militare contro i terroristi bengaliā€, con evidente riferimento alle radici bengalesi della maggior parte dei Rohingya.

La risposta di San Suu Kyi

Intanto laĀ leader birmanaĀ ha deciso di intervenire pubblicamente condannando leĀ ā€œfake newsā€Ā e la campagna di disinformazione sulla crisi al confine colĀ Bangladesh. InĀ una telefonata con il presidente turcoĀ Recep Tayyip Erdogan, ha affermato che il governo ā€œha giĆ  iniziato a difendere tutti i residenti dello stato di Rakhine nel miglior modo possibileā€.

ā€œSappiamo molto bene, meglio della maggior parte delle persone, ciĆ² che significa essere privati delĀ rispetto dei diritti umaniĀ e della protezione garantita dallaĀ democraziaĀ ā€“ ha conclusoĀ la leader del Myanmar -. Per questo ci assicuriamo che tutti nel nostro paese godano della tutela dei loro diritti cosƬ come del diritto ad una protezione umanitaria e sociale oltre che politicaā€.

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