La tragedia dei profughi rohingya sembra non avere fine. Nel fine settimana scorso, rivela l’Onu, almeno sessanta profughi dell’etnia minoritaria musulmana birmana sono annegati in mare nel tentativo di raggiungere il Bangladesh. Ventitré cadaveri sono stati riportati dalle correnti sulla terra ferma, di altri quaranta si teme che siano annegati. Secondo l’Organizzazione mondiale delle migrazioni, a bordo dell’imbarcazione c’erano almeno cinquanta bambini, partiti da un villaggio sulla costa dello Stato del Rakhine.
Allarme di Onu e Croce rossa internazionale
La situazione è tremenda anche nei campi dei rifugiati rohingya in Bangladesh: la Croce rossa internazionale lancia l’allarme per “rischi sanitari importanti” e per epidemie, a causa delle disastrose condizioni igieniche.
Nel mirino delle organizzazioni internazionali il Myanmar. L’Onu, attraverso il segretario generale Antonio Guterres, ha chiesto ufficialmente al governo della Birmania di consentire un accesso umanitario nelle zone del conflitto, ma sino ad oggi non c’è stata alcuna risposta. Mentre ottantotto organizzazioni non governative hanno accusato i il Paese di crimini contro l’umanità.
Solo nella prima settimana di settembre, circa cinquantamila rohingya hanno provato a fuggire dal Myanmar, in particolare dallo Stato del Rakhine, dove è in corso un’azione di “pulizia anti-insurrezione” da parte dell’esercito birmano a seguito di attacchi a posti di polizia lanciati dai miliziani dell’Arakan Rohingya Salvation Army.
I rohingya arrivarono nel Rakhine, la regione più povera del Myanmar, provenienti dall’India al seguito dei britannici al tempi dell’Impero delle Indie, ma non sono mai stati accolti dalla maggioranza buddista della ex Birmania ed attuale Myanmar.
Manifestazione in Italia
La solidarietà del Bangladesh nei confronti del popolo rohingya si è espressa domenica scorsa anche in Italia. A Mestre oltre mille bengalesi residenti nel nostro Paese hanno sfilato dalla stazione ferroviaria fino a piazzetta Coin, in centro città. La manifestazione è stata un gesto di solidarietà con i rohingya.