Sono già 68 le multe che dal 20 maggio la polizia locale di Rimini ha fatto ai 'clienti' delle donne costretta a prostitursi, applicando l'ordinanza del sindaco Andrea Gnassi. Lo riporta l'Ansa. “Ma come 400 euro, quest'inverno me ne avete fatti mille!”, avrebbe detto, secondo quanto riferisce il Comune, un cinquantenne sammarinese sorpreso due notti fa in atteggiamento inequivocabile con una giovane romena. La violazione prevede appunto una sanzione amministrativa pecuniaria fino a 500 euro (400 se pagati entro 60 giorni) anche a chi, specifica l'ordinanza, “pone in essere comportamenti diretti in modo non equivoco ad offrire prestazioni sessuali a pagamento, consistenti nell'assunzione di atteggiamenti di richiamo, di invito, di saluto allusivo ovvero nel mantenere abbigliamento indecoroso o indecente in relazione al luogo ovvero nel mostrare nudità, ingenerando la convinzione di esercitare la prostituzione“. Per questo motivo gran parte delle multe, una cinquantina, sono state fatte a prostitute.
Avanti per tutta l'estate
“Proseguiremo nel corso di tutta la stagione estiva – ha detto l'assessore alla sicurezza Jamil Sadegholvaad – con l'applicazione di questo provvedimento che, che nelle more di una assenza di normative specifiche a livello nazionale, ha l'obiettivo sia di dare uno strumento operativo a chi deve tutelare il decoro della nostra città, sia di funzionare da deterrente per contrastare l'odioso fenomeno della prostituzione su strada specie per gli effetti negativi che può avere su interi quartieri cittadini”.
Clienti fonte del guadagno degli sfruttatori
Non si arrende sul fronte della lotta allo sfruttamento l’Associazione Comunità Giovanni XXIII, fondata dal sacerdote riminese don Oreste Benzi. Membro dell’Apg23, nonché consigliere comunale di “Rimini Attiva” è Kristian Gianfreda, che in un'intervista ad In Terris aveva salutato con favore l'ordinanza in questione quando fu votata, nell'autunno 2017. “È un’ordinanza contro la prostituzione e a favore delle tante ragazze vittime di un mercato che riduce le persone in stato di schiavitù”. Gianfreda spiegava che l’azione del Comune di Rimini ha l’obiettivo di “rompere questo fenomeno bloccando la fonte del guadagno, che giunge dai clienti”. Il consigliere comunale ringraziava dunque il sindaco di Rimini, Andrea Gnassi, perché “con coraggio e chiarezza ha seguito questa battaglia, nonostante gli strumenti del Comune siano pochi”.