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Raqqa, attivisti denunciano l’uso di bombe al fosforo. L’Unicef: “A rischio la vita di 40 mila bambini”

Mentre a Raqqa infuria la battaglia, per togliere all’Isis il controllo della città siriana, alcuni attivisti del posto, vicini all’opposizione e in contatto con le famiglie che vivono nella roccaforte della jihad, denunciano attacchi “con bombe al fosforo” da parte della coalizione che combatte lo stato islamico.

I bombardamenti

Secondo quanto riportato dagli attivisti, gli aerei della coalizione avrebbero sganciato ordigni incendiari al fosforo, proibiti nei combattimenti in zone urbane, sulle postazioni dell’Isis situate nell periferia della città. In un video diffuso sui social network si vedono esplosioni luminescenti di ordigni gettati nella notte su quartieri della città sotto attacco, ma non ci sono conferme ufficiali. Le Forze democratiche siriane, composte in maggioranza da guerriglieri curdi, sono arrivate ai sobborghi Ovest, Nord ed Est della capitale dello Stato islamico in Siria e stanno cercando di sfondare le trincee degli islamisti, aiutati dall’aviazione americana e alleate. In città resistono almeno 4000 jihadisti che tengono come ostaggi da 250 a 400 mila civili, a seconda delle stime, usati come scudi umani.

L’Unicef: “40 mila bambini a rischio”

L’Unicef denuncia che circa 40.000 bambini sono a rischio a Raqqa, investita negli ultimi giorni da un’offensiva di forze siriane a maggioranza curda sostenute dai bombardamenti aerei della Coalizione internazionale a guida Usa. Ad affermarlo è Geert Cappelaere, direttore dell’Unicef per il Medio Oriente e il Nord Africa. “Le violenze – dice Cappelaere – stanno minacciando le vite dei bambini. Secondo i dati riportati dall’Unicef 25 sono stati uccisi e decine sono i feriti. Circa 40.000 rimangono intrappolati in condizioni estremamente pericolose. Molti sono bloccati tra il fuoco incrociato”. Anche ospedali e scuole, aggiunge il rappresentante dell’Unicef, sono stati presi di mira. “L’Unicef – conclude – fa appello a tutte le parti perché proteggano i bambini a Raqqa, aprano passaggi sicuri a coloro che vogliono lasciare la città e garantiscano condizioni di sicurezza ai civili che scappano”.

Daniele Vice

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