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Ramonda e Furlan: “Le parole del Papa come macigni”

Le parole di Papa Francesco sono chiarissime e ci danno più forza nel continuare l'opera di liberazione delle donne vittime di tratta costrette a prostituirsi”. Il presidente della Comunità “Papa Giovanni XXIII”, Giovanni Paolo Ramonda, ha così commentato le parole di Papa Francesco contro la prostituzione, pronunciate in risposta alla prima domanda dei partecipanti al presinodo, fatta da una ragazza nigeriana, Blessing Okoedion: “Le parole del Papa sono come macigni – ha proseguito Ramonda -, che spero possano essere ascoltate dai tanti clienti che ogni sera sfruttano la condizione di vulnerabilità delle donne”. Sottolineando l'importanza delle parole del Santo Padre, il presidente Apg ha ricordato “ancora con grande emozione la visita del Papa nell'agosto 2016 in una nostra casa rifugio dove accogliamo donne sottratte al racket della prostituzione”, specificando come questo sia stato “l'abbraccio del Pontefice a queste donne che hanno sperimentato ogni tipo di violenza e la sua disponibilità ad ascoltare i loro drammi”.

Furlan: “Sfruttamento inumano”

Anche la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan, ha ribadito il peso delle parole del Santo Padre, sottolineando come “l'appello rivolto oggi alle istituzioni a combattere la tratta e la prostituzione deve scuotere le coscienze di tutti e non può cadere nel vuoto”. Secondo Furlan “è inumano lo sfruttamento di tante ragazze costrette a prostituirsi lungo le strade delle nostre città nell'indifferenza di tutti: al nostro ultimo congresso abbiamo lanciato la campagna contro la tratta delle donne schiavizzate condividendo la battaglia dell'associazione Papa Giovanni XXIII”.

Mobilitazione collettiva

Una comunità che ha proseguito senza sosta l'opera avviata dal suo fondatore, don Oreste Benzi, ponendosi sempre in prima linea nel contrasto alla tratta e alla prostituzione, con l'intento di porgere una mano a tutte quelle donne che subiscono i drammatici risvolti dello sfruttamento: “In Italia ci sono più di 100 mila donne costrette a vendere il loro corpo – ha detto la segretaria Cisl. Il 65% lo fa per strada. Il 37% ha tra i 13 e 17 anni. E' una forma violenta di sfruttamento delle donne. La missione di un sindacato è anche questa: come ci ha chiesto Papa Francesco, è stare vicini agli ultimi, alle persone più deboli, più vulnerabili. È prenderle per mano e battersi al loro fianco. Io penso che bisogna fare ogni sforzo per risolvere questo problema”. Per Furlan, ciò che oggi serve è “una mobilitazione collettiva contro questa piaga sociale. La Cisl è impegnata anche su questo fronte. Basta donne uccise, violentate, picchiate: sono sicuramente la periferia a cui dobbiamo guardare con impegno e intensità”.

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