Le carceri devono promuovere la rieducazione del detenuto e non continuare a puntare solo all'aspetto repressivo. Il sovraffollamento non è il vero problema. Il vero problema è la mancanza di percorsi educativi reali all'interno delle carceri. E' questa la ragione per cui la tendenza a commettere di nuovo reati è così alta, con la conseguenza che il numero dei detenuti è sempre alto”. E' quanto ha afferamto Giovanni Paolo Ramonda, presidente della Comunità Papa Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi, in merito ai dati della relazione annuale del Garante per i detenuti illustrata stamani alla Camera alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. “Il tasso di suicidi così elevato dice della mancanza di speranza che le persone vivono all'interno delle carceri. – ha proseguito Ramonda – Le comunità per carcerati sono importanti in quanto sono luoghi in cui la persona possono ricominciare una nuova vita dopo aver sbagliato, sono l'alternativa alla costruzione di nuove carceri”.
I dati
Secondo quanto riferito dal Garante Nazionale dei detenuti, sono 60.512 le persone detenute nei 191 penitenziari del Paese, a fronte dei 46.904 posti regolamentari disponibili. L'eccesso, dunque, è di 13.608 unità e il sovraffollamento raggiunge il 129%. Questi numeri confermano una “linea di tendenza in crescita” rispetto al passato: al 31 dicembre 2017 i detenuti erano 57.608 contro i 59.655 alla stessa data del 2018. Una crescita, quindi, in un solo anno, di oltre 2mila presenze in carcere.