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Questionario sull'omofobia: altolà di Bussetti

Alla fine il questionario sull'omofobia non verrà sottoposto agli alunni delle scuole medie dell'Umbria. Il ministro dell'Istruzione, Marco Bussetti, parlando al Corriere dell'Umbria ha spiegato: “Abbiamo parlato con l’Ufficio scolastico regionale e i questionari sono fermi. Li abbiamo bloccati. Abbiamo chiesto di rivederne la formulazione e di cambiare le modalità di realizzazione del progetto”. Bussetti rivela anche che più la metà delle scuole contattate avrebbero rifiutato. Proprio ieri il ministro dell'Istruzione aveva comunicato di aver chiesto un approfondimento all'Ufficio scolastico regionale. “Voglio capire – le parole del ministro di ieri riprese da TerniToday – se c’è stato un reale e trasparente coinvolgimento della comunità scolastica e, soprattutto, delle famiglie”.

Generazione Famiglia Umbria: “Continuiamo a vigilare”

Sul tema è intervenuta anche Generazione Famiglia Umbria, che esulta ma che promette di non abbassare la guardia. Una delle responsabili dell'associazione, Verdiana Lecca, ha affermato a ProVita: “Sono felice che sia intervenuto il ministro Bussetti e abbia messo in chiaro quanto sia importante che le famiglie vengano coinvolte nelle decisioni della scuola, soprattutto per quanto riguarda le attività extracurriculari, e del fatto che chiederà delucidazioni all’ufficio scolastico regionale. Io continuerò insieme ad altri genitori a vigilare affinché venga rispettata la priorità educativa dei genitori”. La Lecca ha quindi aggiunto che la battaglia su questi temi prosegue: “Abbiamo sicuramente intenzione di combattere. Intanto vorremmo ricordare alla nostra Regione Umbria che esiste il consenso informato, ora più che mai dopo la nota ministeriale di qualche settimana fa, in cui si ribadisce il diritto dei genitori a essere preventivamente informati su qualsiasi attività che esuli dalle normali attività curriculari. Vorremmo inoltre ricordare alla nostra Regione Umbria che la priorità educativa è dei genitori, non della scuola, non dello Stato, non delle associazioni lgbt, soprattutto se si tratta di tematiche sensibili, che solo la famiglia ha il diritto di trattare in base alle proprie convinzioni”.

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