Dal 30 giugno 2013 c'è una legge in Russia che si prefigge “lo scopo di proteggere i bambini dalle informazioni che promuovono la negazione dei valori tradizionali della famiglia”. Nota in Occidente come legge contro la propaganda gay, essa punisce con delle ammende quanti pubblicizzano rapporti sessuali “non tradizionali” tra i minori.
Le critiche alle legge russa
Tale misura ha suscitato fin da subito un vespaio di polemiche in Occidente: da influenti ong all'Onu, Mosca è stata bersaglio di una ridda di critiche. Dal canto suo il presidente russo, Vladimir Putin, ha reagito con fermezza sottolineando che si oppone ai tentativi stranieri di imporre l'agenda politica alla Russia. Tentativi che – ha sottolineato nel dicembre 2013, nel suo discorso annuale alle Camere riunite – portano spesso distruzione e spargimenti di sangue, con allusione alle primavere arabe avvenute in Medio Oriente.
L'intervista al Finantial Times
Il punto di rottura tra l'Occidente e la Russia si consuma, in effetti, proprio sul campo dei diritti lgbt. Lo ha ribadito lo stesso Putin nei giorni scorsi, in un'intervista al Finantial Times nella quale egli ha rilevato quelli che evidentemente considera dei vulnus del liberalismo. Ideologia, quest'ultima, che a suo avviso è ormai “obsoleta”, giacché in conflitto “con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione”. L'intervista è ad ampio respiro, tra i temi evocati dal presidente russo c'è anche la questione degli omosessuali. Egli ha tenuto a precisare che la Russia, benché sia stata accusata di omofobia, “non ha problemi con le persone lgbt, ma alcune cose sembrano per noi eccessive”. Il suo riferimento, ad esempio, è al dilagare dell'ideologia gender secondo cui “i bambini possono scegliere cinque o sei generi sessuali”. Putin dunque rivendica il diritto delle persone a vivere liberamente la propria sfera sessuale nel privato, tuttavia ciò non deve diventare un'imposizione culturale: “Che tutti siano felici, non abbiamo problemi” in questo senso, ma – ha aggiunto – “non deve essere permesso di eclissare la cultura, la tradizione e i valori della famiglia di milioni di persone che costituiscono la maggioranza“. Questa riflessione spiega pertanto la decisione di adottare una legge contro la propaganda gay, per proteggere i bambini da un “proselitismo aggressivo”. Per Putin “bisogna lasciare a una persona di crescere, prima di fare una scelta” sessuale. A tal proposito il presidente russo ha stigmatizzato anche l'ideologia gender nelle scuole: “I genitori non la vogliono” – la sua opinione – e talvolta rischiano di andare in galera per le loro battaglie. “Le persone sono stufe”, ha chiosato.
“Popoli contro il multiculturalismo”
Putin ha inoltre attaccato il liberalismo anche per quanto concerne la questione dell'accoglienza degli immigrati. “L'idea liberale – ha dichiarato – presuppone che non ci sia bisogno di fare nulla. I migranti possono uccidere, saccheggiare e stuprare impunemente perché i loro diritti di migranti devono essere protetti. E quali sono questi diritti? Ogni crimine deve essere punito”. La vittoria di Donald Trump e l'ascesa della Brexit, per Putin, marcano la fine del liberalismo. “I liberali non possono più permettersi di dettare le regole come hanno fatto negli ultimi decenni” ha detto, in quanto “l’ideologia liberale non è più di moda perché la maggior parte dei popoli si è rivoltata contro l’immigrazione, contro l’apertura dei confini e il multiculturalismo“. A Putin ha risposto il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk. “Ciò che trovo davvero obsoleto – ha scritto su Twitter – sono l'autoritarismo, il culto della personalità e il governo degli oligarchi”.