La giornata di oggi testimonia come lo Sportello Amianto Nazionale, attraverso il suo costante impegno, sia riuscito finalmente ad unire politica ed enti per i cittadini. Le istituzioni nazionali preposte al controllo e alle strategie, come il Ministero della Salute, l'Istituto Superiore di Sanità e l'Inail, la politica e le parti sociali, hanno collaborato unitamente affinchè il problema ‘irrisolto’ dell’amianto trovi concrete risoluzioni da attuare su tutto il territorio italiano. Stato e Parti Sociali hanno segnato sicuramente ‘un punto’ a favore per la salute e tutela degli italiani”. Ad affermarlo il Presidente dello Sportello Amianto Nazionale, Fabrizio Protti, a margine del convegno: “Amianto: Malattia, Prevenzione, Previdenza, Stato e Parti Sociali insieme per risolvere”, svoltosi nella giornata di mercoledì 27 febbraio, presso la Camera dei Deputati.
Il convegno
“Questo incontro per noi, come il precedente relativo alle mappature – ha proseguito Protti – é parte di un disegno ben preciso di costruzione di un sistema. Una prova del successo del format dello Sportello Amianto Nazionale, che tende ad unire per risolvere, per informare, per dare servizi concreti ai cittadini che nessuno avrebbe mai potuto pensare possibili, e che invece abbiamo reso concreti evidenziando quanto sono indispensabili per una comunicazione sistemica efficace ed accogliente, che determini soddisfazione per il cittadino e favorisca le strategie del legislatore tramite la conoscenza dei problemi dei territori”.
Il presidente Protti ha poi fatto che per riuscire ad ottenere dei risultati concreti, è fondamentale scendere per strada a fianco dei cittadini, uscire dal mondo ovattato delle stanze del potere: “Da oltre due anni infatti lo Sportello Amianto Nazionale riesce, in maniera sistemica, ad unire e indirizzare le battaglie per gestire il rischio amianto nella giusta direzione, accogliendo i problemi e le istanze a supporto delle amministrazioni e ovviamente a favore dei cittadini. La prova di questo cambiamento è data anche dalla composizione della autorevole platea che ha partecipato all'incontro. Anche in questo caso siamo riusciti ad unire politici nazionali di tutti gli schieramenti, direttori generali di quasi tutte le Asl regionali, dirigenti nazionali degli enti sia clinici che di previdenza, responsabili della sicurezza di Roma Capitale e delle più grandi città italiane oltre che sindaci da tutta Italia, che sono usciti dalla sala con l'impegno di siglare accordi e protocolli di collaborazione con lo Sportello Amianto Nazionale”.
Decisa anche la dichiarazione dell’onorevole Debora Serracchiani della XI Commissione Lavoro: “Dobbiamo rispondere a un appello che viene dalle associazioni e da tanti cittadini, e impegnarci subito, superando steccati di parte, per la riapertura dei termini per i benefici previdenziali, per tutti i lavoratori esposti all’amianto che non sono riusciti ad accedere alla legge 257/92. I casi di mesotelioma non riguardano solamente i lavoratori esposti in prima persona ma anche i coniugi e i figli: è una malattia i cui effetti ancora adesso non sappiamo quando si manifesteranno nella loro totalità. E qualunque quantificazione temporale facciamo, siamo comunque ancora lontani dall’avere una mappatura chiara del fenomeno”.
Particolarmente soddisfatto anche Mario Murgia, vicepresidente nazionale di Aiea Onlus, Associazione Italiana Esposti Amianto che dichiara: “Mi auguro che venga potenziato il Cor del Renam e venga istituito il registro di tutte le malattie asbesto correlate, non solo per i mesoteliomi. Auspico altresì che vengano effettuate delle ricerche scientifiche con l’utilizzo dei micro RNA soprattutto nell’indagine dell’adenocarcinoma del polmone che è la patologia più frequente tra i lavoratori ex esposti. Spero inoltre che si imponga alle varie società che sono state causa di disastri ambientali e dell’insorgenza di patologie oncologiche, di bonificare il territorio e dare un contributo significativo per la sorveglianza sanitaria. Visto e considerato che i potenziali esposti sono 680.000 e di questi solo 30.000 sono stati avviati a sorveglianza sanitaria”.