Portati via a forza ed arrestati per aver regalato rose alle donne che stavano entrando in una clinica abortista. E' quanto accaduto a quattro frati francescani fuori ad una struttura della Planned Parenthood, l'organizzazione che qualcuno ha definito la “più grande fabbrica di aborti del mondo“.
La manifestazione
I religiosi, appartenenti all'ordine dei frati francescani del Rinnovamento, si trovavano fuori dalla clinica in New Jersey per offrire parole di incoraggiamento alle donne incinte, regalando loro una rosa. Un'iniziativa diretta a difendere il valore irrinunciabile della vita. Il fiore regalato era accompagnato da un volantino su cui si leggeva: “una nuova vita, per quanto piccola, porta la promessa di una gioia irripetibile“, inserendo anche una lista di numeri di telefono dei centri di assistenza locali.
Una vita salvata
La manifestazione ha avuto un risultato importante: una coppia, infatti, è stata persuasa dalle parole dei religiosi ed ha scelto di rinunciare all'intento. Un successo rivendicato da uno dei quattro protagonisti, don Fidelis Moscinski: “E' stata una vittoria per noi il fatto che se ne siano andati. Stavano compilando i documenti per un aborto. Non sappiamo se torneranno; tutto quello che possiamo dire è che se ne sono andati durante la nostra iniziativa. Siamo stati molto incoraggiati da questo. Se non ci fossimo presentati e quella coppia non fosse stata contattata, quel bambino sarebbe probabilmente morto”.
L'arresto
L'iniziativa – dal nome di “Red Rose Rescue” – non è passata inosservata. Qualcuno all'interno della clinica – contrariato da quanto stava avvenendo – ha avvertito le autorità che sono intervenute solertemente ed hanno chiesto ai frati di andarsene. Di fronte al rifiuto dei religiosi – i quali hanno spiegato di non poter permettere la morte di altri bambini – i poliziotti hanno scelto di passare alle maniere forti e li hanno portati via di peso, dichiarandoli in stato di arresto.
La dichiarazione
Dopo l'accaduto, un rappresentante dei frati francescani del Rinnovamento ha ribadito l'intenzione di ripetere l'iniziativa nonostante la repressione: “Andremo negli stessi posti in cui i nascituri sono messi a morte ed estenderemo l'aiuto alle mamme. Se questo aiuto dovesse essere rifiutato, non abbandoneremo i centri per l'aborto, ma resteremo solidali con le vittime indifese, oppresse dall'ingiustizia dell'aborto“.