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Problemi di visto, promessa dell'atletica rifiutata a una gara

Arrivare a un passo dal disputare un europeo ed essere bloccati da un cavillo legato alla propria nazionalià. E' succeso a Najla Aqdeir, 23 anni, promessa dell'atletica leggera che, attualmente, risiede in Italia. E lo fa da ben 13 anni anche se, al momento, possiede solo un permesso di soggiorno per protezione sussidiaria. Il che, a ogni modo, è bastato per permetterle di continuare a praticare sport e di imporsi come uno dei maggiori talenti fra le giovani stelle dell'atletica italiana, tanto da decidere di iscriversi alla Coppa Europa per club di Birmingham, nel Regno Unito, dove avrebbe dovuto correre i 3 mila metri siepi, la sua specialità. Un condizionale d'obbligo perché, a quel torneo, Najla non ha potuto partecipare in quanto il suo passaporto libico non è valido oltremanica poiché viola la legge britannica sull'immigrazione.

Il cavillo

Un freno burocratico al quale non si è incredibilmente riusciti a porre rimedio, costringendo Najla a dover rinunciare al sogno di misurarsi con altre atlete europee: “Non riesco a darmi pace – ha scritto -. Non è giusto. E non voglio che succeda in futuro ad altri giovani atleti”. In sostanza, le autorità britanniche non hanno creduto che lei fosse sbarcata nel Regno Unito per gareggiare, bensì per soggiornarvi: un evidente cavillo burocratico il quale, però, ha impedito a Najla di giocarsi le sue chance, nonostante la passione per questo sport le sia costata molte ferite: “Sono stata allontanata dai miei genitori – aveva raccontato al 'Corriere della Sera' in un'intervista -, dopo che in tutti i modi hanno cercato di impedirmi di fare atletica, anche con la violenza”. La ragazza, però, il suo sogno ha continuato a coltivarlo, fino a raggiungere il tesseramento con la Bracco Atletica.

La rabbia

La sua carriera, fin qui, le ha permesso di arrivare a competere anche negli Stati Uniti, dove ha partecipato a una gara nello stato dell'Oregon. Qui, ha raccontato, le sono state fatte molte domande ma alla fine il visto lo ha ottenuto, cosa che non è invece successa nella ben più vicina Inghilterra: “Abbiamo dato tutte le garanzie possibili – ha spiegato il presidente della Bracco, Franco Angelotti – . Ma non c'è stato nulla da fare. E' incomprensibile: Najla ha un lavoro, è una professionista dell'atletica, ha qui tutti i suoi interessi e affetti. Non si capisce come possano sospettare che voglia emigrare in un altro Paese”. Una vicenda complessa dalla quale, a ogni modo, la giovane atletat ha intenzione di ripartire perché “non voglio che succeda anche ad altri giovani”.

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