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Porno e web: un mondo senza controllo

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Non è possibile verificare l’età delle protagoniste dei video con contenuti espliciti e la loro accondiscendenza alla pubblicazione di questi filmati. Con queste motivazioni i movimenti per la lotta alla pornografia hanno lanciato la prima petizione che chiede la chiusura di Pornhub, il più grande portale web al mondo di materiale pornografico. Si tratta di un salto nell’impegno contro tratta sessuale che spesso è alla base del business della pornografia. Se infatti prima i movimenti si erano sempre limitati ad un’azione di tipo culturale, tesa a sensibilizzare i consumatori di pornografica, con questa petizione si passa ad un’iniziativa legale che mira all’oscuramento dei siti porno.

La petizione

L’idea della raccolta firme è di Laila Mickelwait, direttrice di Exodus Cry, organizzazione che ha prodotto anche diversi documentari contro il mercimonio dei corpi come Nefarius e Liberated. In pochi giorni sono state raccolte già circa 200mila adesioni su Change.org, firme che poi saranno inviate al Dipartimento di giustizia degli Stati Uniti. L’obiettivo della Mickelwait è fermare la tratta sessuale e l’abuso di ragazze minorenni. Sono numerosi infatti i casi scioccanti che si sono verificati negli ultimi mesi e segnalati anche dall’attivista italiano, Antonio Morra, leader del movimento “Pornolescenza” e autore di diversi saggi sulla porno dipendenza.

Ragazze circuite

Il più drammatico è il caso di una ragazzina di 15 anni scomparsa da anni e ritrovata dalla famiglia dopo aver ricevuto una segnalazione della presenza della figlia in un video porno presente sul web. La stampa americana ha dato grande risalto alla vicenda. Il Washinton Examiner ha riferito anche della causa vinta da 22 ragazze contro il proprietario di GirlsDoPorn, che le avrebbe filmate durante atti sessuali per poi diffondere i video su internet. Indignazione ha suscitato anche la storia di Rose Kalemba che ha raccontato alla Bbc di essere stata stuprata a 14 anni e di aver trovato il video di queste violenze sui siti porno con oltre 400mila views. Rose ha riferito di aver scritto tante email al più noto portale del porno per richiedere di rimuovere il video ma senza ricevere nessuna risposta. Rose si è quindi finta un avvocato ed ha mandato un’email minacciandoli di fare causa e solo allora il video è stato rimosso dopo 48 ore.

Sempre più minorenni

L’implicazione di ragazzi non ancora maggiorenni nel mercato della pornografia non è casuale né un incidente di percorso ma una delle conseguenze dell’insufficiente controllo (a volte del tutto inesistente), imputabile alle società che gestiscono questi siti. Oltretutto, spiega Antonio Morra, uno dei termini più cercati è “teen” (adolescente). “Molte sono le ragazze e i ragazzi – aggiunge l’attivista – che sembrano avere massimo 13/14 anni: scolarette con treccine, senza trucco, facce estremamente giovani mentre abbracciano un peluche”. Lo stesso Morra afferma di aver fatto una segnalazione a Pornhub, lo scorso settembre, circa la presenza del video di Tiziana Cantone sul loro portale. La ragazza in questione è quella che si suicidò nel 2016 proprio a causa della diffusione di sue immagini private. “Fino ad ora non abbiamo mai voluto fare alcun richiamo alla censura – spiega ancora Morra – abbiamo sempre ritenuto che l’adulto avesse le capacità per discernere i danni causati della pornografia senza bisogno di leggi restrittive, tuttavia davanti alla mancanza dei controlli non possiamo che chiedere l’oscuramento di alcuni siti”.

Senza filtri

Morra spiega per filo e per segno il meccanismo della pubblicazione di materiale porno su questi portali, che in effetti non sembra avere particolari filtri e verifiche: “Tutto ciò che è necessario per caricare pornografia su Pornhub è un indirizzo e-mail. Non è richiesto alcuna prova di identità. Ci vogliono meno di 10 minuti per creare un account e caricare contenuti che verranno approvati immediatamente. Anche gli utenti cosiddetti “verificati” non devono fare altro che inviare una loro foto con un foglio bianco dove c’è scritto il nome utente”. L’intervento giudiziario è quindi indispensabile ma non può sostituire l’opera di formazione e sensibilizzazione dei giovani, per questo Morra continua a portare in moltissime scuole di Italia “Love challenge”, la sfida dell’amore, il ciclo di incontri che permette ai più giovani di aprire gli occhi rispetto alle minacce del sexting, del revenge porn, della dipendenza da porno e del cyber bullismo. Una sfida enorme che riguarda un’intera generazione.

Marco Guerra: