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Poeti in campo per il sociale

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Nel mese di febbraio scorso si è costituita, a Roma, la Nazionale italiana di calcio dei poeti con l’obiettivo di raccogliere somme da devolvere in beneficenza e, al tempo stesso, diffondere la cultura e i sani ideali connessi. Un esempio è il nobile gesto con il quale, poco prima dell’inizio di una partita, i poeti regalano alla squadra avversaria un gagliardetto e un libro di poesie.

I poeti calciatori, del tutto volontari, sono alla ricerca di rappresentative simili per realizzare partite e ottenere fondi. L’intento non è quello competitivo o di sfoggiare, necessariamente, calcio di livello bensì, in un’atmosfera di divertimento e di sport nella sua pura essenza, promuovere il gusto del bello e dell’animo e raccogliere un dono tangibile per i più sfortunati. Michele Gentile, poeta originario di Ostia (Roma), è l’ideatore dell’iniziativa e il fondatore di questa Nazionale dei poeti. E’ opportuno rivolgergli qualche domanda in merito. 

La prima è d’obbligo: com’è nata l’idea di creare la Nazionale poeti?
“Volevo sperimentare qualcosa che aggregasse sport, poesia e sociale. A parer mio la cultura e lo sport insieme possono davvero fare molto in termini di solidarietà e sensibilità circa i veri valori della vita”.

Quali sono i requisiti per poter entrare a far parte della selezione?
“E’ necessario possedere la cittadinanza italiana, poi aver pubblicato almeno un volume di poesie o far parte di antologie poetiche. Chi fosse interessato può contattarci alla mail nazionalepoeti@gmail.com  oppure chiamare al numero 3482280622”.

Da poeta e portavoce, in una parola, come definirebbe l’avventura di questo gruppo?
“Favolosa”.

Siamo agli inizi dell’avventura ma che tipo di risposta ha ricevuto da parte della cittadinanza, delle istituzioni, di soggetti interessati a promuovere o sponsorizzare l’iniziativa?
“Direi ottima. Ho registrato fin da subito molto interesse e curiosità intorno alla squadra. Quella dei poeti che giocano a pallone è una notizia che ha colpito immediatamente, forse perché nell’immaginario collettivo si è sempre pensato al poeta come un individuo ramingo, solitario e poco incline all’attività sportiva”.

L’adesione dei calciatori/poeti è stata spontanea e decisa? Quale aspetto vede prevalere in loro: quello culturale o quello sportivo?
“Ho contattato personalmente i poeti in rosa: siamo più di quaranta e da tutta Italia. Sono carichi, entusiasti, letteralmente vogliosi di mettersi in gioco a favore della beneficenza. Poesia e impegno sportivo viaggiano di pari passo, si respira un clima di vera coesione e allegria”.

Quanto può essere utile la poesia al calcio e quanto questo sport può ricambiare i fini rimatori? Sono attività collegate fra loro?
“Quando ho avuto l’idea di creare questa squadra mi sono idealmente ispirato al grandissimo Pier Paolo Pasolini. Amava il gioco del calcio in maniera assoluta… Credo che sarebbe stato contentissimo di questa iniziativa. La poesia e il calcio possono trasmettere emozioni e valori fondamentali oggi più che mai”.

C’è ancora bisogno di poesia in questo mondo così freddo e veloce oppure il poeta è destinato, sempre più, a rimanere in un suo contesto aulico scollegato dalla realtà?
“La poesia ha bisogno di frequentare la gente comune. Per troppo tempo è rimasta una risorsa di élite e ha perso il suo immenso valore comunicativo. Il poeta deve necessariamente rivolgersi al popolo, deve parlare di strade per costruire ponti”.

Quale poeta noto citerebbe in merito a questo connubio di poesia e calcio?
“Pier Paolo Pasolini e Umberto Saba. In particolare, per il primo ricorderei 'Ci sono nel calcio dei momenti che sono esclusivamente poetici: si tratta dei momenti dei goal. Ogni goal è sempre un’invenzione, è sempre una sovversione del codice: ogni goal è ineluttabilità, folgorazione, stupore, irreversibilità. Proprio come la parola poetica'”.

Quali sono gli impegni futuri della Nazionale, ci sarà qualche iniziativa di rilievo a livello sociale?
“Importantissimo il prossimo 29 giugno: a Ostia, allo stadio Anco Marzio, giocheremo contro la Nazionale giornalisti Rai e sarà una partita dedicata alla legalità e alla giustizia sociale. L’intero incasso dell’incontro sarà devoluto all’associazione Libera di Don Ciotti. Tra le nostre fila avremo il grande onore di accogliere il noto poeta, scrittore e regista Franco Arminio. Il 2 agosto, invece, saremo ad Acquapendente (in provincia di Viterbo) a giocare contro la rappresentativa dei Pugnaloni. L’incasso della partita, in quell’occasione, andrà totalmente all’ospedale di Acquapendente per acquistare macchinari medici. Nel mese di settembre (date ancora da stabilire), invece, disputeremo due incontri a Roma: uno contro le vecchie glorie dell’Astrea Calcio (società della Polizia penitenziaria) e l’altro contro una selezione di detenuti del carcere di Rebibbia”.

Marco Managò: