Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu ha approvato una risoluzione che vieta lo stupro come arma di guerra. I voti a favore sono stati 13 e due gli astenuti: Russia e Cina. L'epilogo è giunto però a seguito di un duro braccio di ferro con gli Stati Uniti sul tema dell'aborto.
La risoluzione
In un primo momento Washington aveva minacciato il veto perché nel testo era usato un linguaggio sull'assistenza alla “salute riproduttiva”, che per estensione costituiva il sostegno all'aborto per le vittime delle violenze sessuale in contesti bellici. Nel testo definitivo, approvato ieri, è stato eliminato questo riferimento. Gli Stati Uniti avevano considerato anche l'utilizzo, nel testo, della parola “genere”, considerata un lasciapassare per l'ideologia gender. Al Consiglio che ha approvato questa risoluzione erano presenti, oltre al segretario generale Antonio Guterres, i premi Nobel per la pace Nadia Murad e Denis Mutwege, e l'avvocato attivista Amal Clooney.
La contrarietà francese
“Ci sono atteggiamenti che semplicemente non capiamo”, ha detto a margine dell'incontro l'ambasciatore francese al Palazzo di Vetro, François Delattre, ribadendo il suo sostegno alla versione originale. “È inspiegabile – ha aggiunto – che l'accesso ai servizi per la salute sessuale e riproduttiva non sia esplicitamente riconosciuto per le vittime di stupro, le quali sono spesso bersaglio di atroci atti di violenza e di mutilazioni barbariche”. Sulla stessa linea Stephanie Johanssen, della Women's Refugee Commission, che ha definito la risoluzione “un passo indietro” per via dello stralcio del passaggio sulla salute riproduttiva.