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Papa Giovanni XXIII: ecco i punti di accoglienza per i senzatetto

L'ondata di freddo siberiano ha raggiunto l'Italia stringendola, da nord a sud, in una morsa di gelo e neve che ha già causato la prima vittima: un clochard è deceduto a Milano, nei pressi della Stazione centrale. L'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII, proprio per far fronte a questa emergenza freddo, ha moltiplicato il suo abituale impegno nel prendersi cura delle persone senza dimora, in collaborazione con le istituzioni e le associazioni che operano sul campo. 

La “Capanna di Betlemme”

L'Apg23, nelle sue realtà di pronta accoglienza serale e notturna, offre ai senza dimora un tetto e un letto dove dormire, ma in una dimensione familiare. Proprio in questa ottica, la Comunità ha comunicato gli indirizzi delle varie realtà che si prodigano per aiutare chi non ha una casa.

Le “Capanne di Betlemme” sono situate a Rimini, in via Dardanelli, 41; a Milano in via del Mare 267; Spino d'Adda (Cr) in via Cascina Madonna del Bosco 1; Montodine (Cr) in piazza don Pagliari, 1; Castel Maggiore (Bo) via Sammarina 50; Forlì in via Sisa 17; a Chieti in via Gennaro Ravizza 107. 

Le mense e le unità di strada

Oltre alle case di accoglienza sono attive 3 mense di strada a Torino, Genova e Roma. A Milano, Cuneo, Vicenza, Bologna, Forlì, Rimini, Pescara e Catania, inoltre, i volontari incontrano gli homeless tramite unità di strada attive.

Ramonda (Apg23): “dobbiamo andare a cercare le persone che non vengono a cercare noi”

“Oggi più che mai dobbiamo 'andare a cercare le persone che non vengono a cercare noi', come diceva don Oreste Benzi. Quelli che, nonostante tutto, rimangono a dormire per strada; quelli a cui il freddo rischia di arrivare al cuore, gelandolo per sempre – ha dichiarato il presidente dell'Apg23, Giovanni Paolo Ramonda -. I volontari delle Unità di Strada e delle Mense di Strada della Papa Giovanni li conoscono per nome, uno per uno, perché li incontrano sempre, tutti i giorni dell’anno. Si prendono cura di loro, li hanno a cuore. E, oggi, la preoccupazione nei loro confronti è ancora maggiore: hanno mangiato? hanno abbastanza coperte per sopravvivere anche a questa notte? L’unico modo per saperlo è andarli a cercare“.

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