Una scuola in un villaggio beduino nel cuore della Palestina, 178 bambini che, ogni giorno, studiano e giocano in una struttura senza fondamenta e costruita con l’utilizzo di pneumatici usati, ma l’unica nel raggio di chilometri.
Il governo israeliano sta decidendo in questi giorni se domolire o meno la scuola di Gomme, realizzata nel 2009 dalla Ong italiana “Vento di Terra”. Una decisione che potrebbe cambiare il destino di questi bambini, che insieme alle aule potrebbero perdere anche il diritto allo studio. A raccontare questa situazione è Serena Baldini, vicepresidente di “Vento di Terra”, in una intervista con Radio Vaticana.
“ll nostro Consolato, con il quale noi siamo in contatto fin dai primi giorni, ha dato il suo parere contrario allo spostamento della scuola – spiega Baldini -. Questa posizione è stata confermata anche dal Ministero degli esteri. Per cui, da parte italiana si stanno muovendo delle cose”.
“Quello che noi stiamo facendo in loco è stare molto vicini alla comunità, perché più si muovono cose intorno alla scuola, più c’è presenza della società civile e della comunità internazionale, più si può pensare che la decisione di demolirla non venga effettivamente presa”, continua la portavoce della Ong.
“Se la scuola venisse demolita – continua Baldini – i bambini non avrebbero modo di andare a scuola. Quello che dicono le parti israeliane è che non verrebbe solo demolita, ma anche riposizionata in un’altra comunità, ma è già stato fatto il nome di una comunità che non è vicina, dista circa 7 km”.
A peggiorare la situazione c’è il fatto che i bambini beduini si muovono solo a piedi: spostare anche di pochi chilometri la scuola, quindi, significherebbe per loro dover rinunciare per sempre a una istruzione adeguata e a un futuro migliore.