Il Governo non rinnovi lāaccordo Italia-Libia, mettendo cosƬ fine ad una delle pagine piĆ¹ tristi e vergognose della nostra storia recente. Lāappello arriva da Oxfam Italia a pochi giorni dallāultima data utile ā domenica 3 novembre ā per la revoca dellāaccordo. Un accordo che ā ricorda lāassociazione ā non ĆØ mai stato ratificato dal Parlamento italiano contrariamente a quanto previsto dalla Costituzione.
Le testimonianze
āCome organizzazione, impegnata da anni nellāaccoglienza dei richiedenti asilo, abbiamo raccolto testimonianze terribili di torture, stupri, omicidi avvenuti nei campi di detenzione libici ā afferma Paolo Pezzati, policy advisor per la crisi migratoria di Oxfam Italia ā. Lāaccordo che il nostro governo ha firmato con la Libia a febbraio 2017 ha di fatto consentito queste violazioni indicibili e non dovrebbe dunque essere tacitamente rinnovato. Al momento nei centri di detenzione ufficiali sono rinchiuse oltre 4.500 persone secondo lāUnhcr, mentre in quelli non ufficiali, gestiti dalle organizzazioni criminali, ne sono stimati a decine di migliaia. Uomini, donne e bambini che non solo subiscono trattamenti inumani e degradanti, ma rischiano di morire sotto le bombe in un paese in guerra. Un orrore a cui bisogna porre fine con un piano di evacuazione coordinato dalle Nazioni Unite, che preveda una ridistribuzione dei migranti a livello europeo. Ć inoltre urgente una seria azione di monitoraggio e inchiesta di quanto successo fin qui, attraverso lāistituzione di una Commissione parlamentareā. Oxfam denuncia inoltre che, ignorando le condizioni disumane dei migranti in Libia, i Governi italiani che si sono succeduti dopo la firma dellāaccordo, hanno continuato a finanziare interventi in Libia, come la formazione di personale locale nei centri detenzione ufficiali o con la fornitura di mezzi terrestri e navali alla Guardia costiera e alle autoritĆ libiche, per un costo di oltre 150 milioni di euro, cresciuto di anno in anno. āI soldi spesi dai Governi Gentiloni e Conte sono serviti a finanziare la Guardia costiera libica che, come denunciato dalle Nazioni unite, impiega alcuni dei piĆ¹ pericolosi trafficanti di esseri umani ā aggiunge Pezzati ā. Mentre non sono serviti a porre fine alle morti in mare e al traffico di esseri umani. Nel 2019, 692 persone hanno perso la vita nel Mediterraneo centrale con un tasso di mortalitĆ sui tentativi di traversata balzato al 3,5% dal 2,1% del 2017ā.