Ora legale addio dal 2021. O meglio, addio al cambio dell'orario due volte l'anno. Oggi l'Europarlamento ha infatti approvato con 410 voti a favore, 192 contrari e 51 astensioni una risoluzione legislativa che offre agli Stati membri di decidere il proprio fuso orario: i Paesi che scelgono di mantenere l'ora legale dovrebbero regolare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di marzo 2021, mentre quelli che preferiscono mantenere l'ora solare dovrebbero spostare gli orologi per l'ultima volta l'ultima domenica di ottobre 2021.
La norma
Nel febbraio 2018 l'Europarlamento aveva bocciato l'ipotesi di abolire il cambio semestrale dell'ora. Risale invece al 1996 la scelta di tutti i Paesi dell’Unione europea di effettuare il cambio dell’ora nel medesimo momento. Ora un nuovo stravolgimento è in arrivo: con il voto odierno gli eurodeputati chiedono, sostenendo la posizione della Commissione, di porre fine al cambio stagionale dell'ora ma hanno votato per rinviare la data dal 2019 al 2021. I deputati chiedono inoltre che i Paesi Ue e la Commissione coordinino le loro decisioni per garantire che l'applicazione dell'ora legale in alcuni Paesi e dell'ora solare in altri non perturbi il mercato interno. Nella risoluzione si afferma inoltre che la Commissione possa presentare una proposta legislativa per rinviare la data di applicazione della direttiva fino ad un massimo di 12 mesi, se ritiene che “le disposizioni previste possano pregiudicare in modo significativo e permanente il corretto funzionamento del mercato interno”. Il testo approvato rappresenta la posizione che il Parlamento sosterrà nei futuri negoziati con i ministri Ue per la formulazione definitiva della normativa. Finora, tuttavia, gli Stati membri non hanno ancora trovato una soluzione condivisa. I contrari alla proposta ritengono che il cambio di fusi orari potrebbe generare inconvenienti nei trasporti e nei viaggi, ma anche nella comunicazione e nello scambio di valute via internet. I pro sono soprattutto per i Paesi del Sud Europa, Italia compresa, che beneficerebbero di un risparmio nel costo della corrente elettrica, ma solo se l'Italia scegliesse di rendere definitiva l'ora legale.