Ferma condanna all’attacco chimico in Siria da parte del segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, che stamani da Bruxelles non ha usato mezze parole. “Quell’attacco chimico è stato un crimine di guerra e una risoluzione di condanna può fare pressione sulle parti in conflitto e sui paesi che hanno influenza su di loro”, ha detto. Il numero uno dell’Onu ha poi aggiunto: “L’orribile evento di ieri dimostra che in Siria si commettono crimini di guerra e che la legge umanitaria internazionale viene violata frequentemente. Il Consiglio di sicurezza si riunirà oggi. Abbiamo chiesto che si risponda dei crimini commessi e sono sicuro che il Consiglio di sicurezza si prenderà le sue responsabilità”.
Le vittime possono arrivare a 107
“Possiamo confermare che 74 persone sono morte, ma prevediamo che il bilancio possa salire fino a 107 vittime per le informazioni che arrivano dagli ospedali e poiché molte persone sono disperse e pensiamo siano morte nell’attacco”, ha riferito Munzir Khalil, capo della Direzione della sanità di Idlib, alla tv satellitare del Qatar, al-Jazeera.
Intanto il Consiglio di sicurezza Onu si riunirà oggi alle 10,00 (le 16 in Italia) per un vertice di emergenza in cui si discuterà del raid di ieri a Idlib, città controllata dai ribelli nel nord-ovest della Siria. Per oggi era già prevista una discussione sulla Siria in sede di Consiglio di Sicurezza dell’Onu, ma è stata anticipata, su richiesta di Francia e Gran Bretagna, data la gravità della situazione. Sul tavolo, la proposta di risoluzione avanzata da Stati Uniti, Francia e Regno Unito al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite che condanna l’attacco chimico compiuto. Damasco, dal canto suo, ha negato con forza l’uso di armi chimiche. Posizione confermata dagli alleati russi: Mosca, ha infatti fornito una versione diversa dei fatti, che scagionerebbe il regime di Assad.
La Chiesa in Siria
Fonti ecclesiastiche contattate da AsiaNews in Siria chiedono però “prudenza” e auspicano una “verifica approfondita dei fatti” per appurare la verità. Anche in passato, aggiunge la fonte, si sono verificati attacchi che hanno sollevato indignazione e condanna ma “non si sono mai chiarite con certezza le responsabilità” nel contesto di una crescente “guerra di propaganda e informazione”. Non è la prima volta che, nel contesto del conflitto siriano, si registra l’uso di armi chimiche. Le Nazioni Unite hanno infatti aperto diverse inchieste in seguito alle denunce di uso di gas, sia da parte dell’esercito regolare che delle milizie ribelli. L’ultima di queste – riporta il sito di informazione del Pime – risale ad agosto, quando gli esperti Onu hanno denunciato l’uso di gas al cloro “in almeno due occasioni” da parte dell’esercito governativo. Accuse respinte al mittente da parte del governo di Damasco. Proprio come accaduto oggi.