L'epidemia di ebola in Nord Kivu, nella Repubblica Democratica del Congo (detta anche ex Congo belga) è ancora fuori controllo: crescono i malati e i morti nonché gli attacchi dei paramilitari ai centri di cura. Lo riporta il Ministero della Salute della Rdc. Ieri alcuni miliziani armati di machete hanno tentato di dare fuoco al centro del distretto di Katwa dopo avere ucciso, in un altro attacco, un membro dello staff dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms). Lo fanno sapere le autorità congolesi. Il vicesindaco di Butembo, Patrick Kambale Tsiko, ha riferito all'Ap che i militari e gli agenti di polizia a guardia della struttura hanno ucciso un miliziano e arrestato altri cinque aggressori. Queste violenze stanno mettendo a dura prova gli sforzi di contenere l'epidemia di Ebola in Congo, la seconda più fatale della storia, con un numero di casi che si moltiplicano in modo esponenziale ogni volta che l'accesso alle cure e ala prevenzione viene interrotto. Al momento sono stati censiti dallo scorso agosto 1.300 casi, tra conclamati e sospetti, fatali in 855 casi.
MSF lascia l'area
Il mese scorso, riferisce Medici Senza Frontiere, i due centri di trattamento anti-ebola di Katwa e Butembo sono stati attaccati, costringendo l’organizzazione a lasciare l’area per ragioni di sicurezza. “L’epidemia di ebola in Congo sfugge ancora al controllo: gli sforzi per contenerla stanno fallendo”, aveva avvertito Joanne Liu, presidente di Medici Senza Frontiere, all'indomani delle chiusure. E proprio Katwa e Butempo sono, secondo l'Oms, epicentro della malattia. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicato un report il 21 marzo scorso evidenziando come qui e tra le città di Masereka e Mandima (nella provincia di Ituri), si concentrano l’80% dei casi registrati degli ultimi venti giorni, per un totale di quasi cento infetti. Non si conosce ancora la catena di contagio e, secondo l'Oms, il rischio di diffusione resta alto, e minaccia di spostarsi a sud, verso la città di Goma che conta un milione di abitanti.