Nel nordest della Siria, dove vivono alcuni dei bambini più vulnerabili del Paese, nel 2019 l’Unicef ha vaccinato oltre mezzo milione di bambini, fornito supporto psicosociale a 150mila bambini e consentito a oltre 100mila bambini di iscriversi a programmi di istruzione formale. Nel paese 5,5 milioni di bambini hanno bisogno di assistenza”.
L'appello
Lo sottolinea una nota di Unicef, che specifica: “A solo 8 settimane dalla fine dell’anno, le operazioni di emergenza dell’Unicef in Siria sono state finanziate appena della metà, il 53%. Dei 295 milioni di dollari necessari per il 2019, sono stati raccolti solo 138 milioni. Nonostante la grande insicurezza e le sfide per l’accesso che affrontiamo, la mancanza di fondi adesso rappresenta l’ostacolo più grande per raggiungere i bambini che hanno urgente bisogno di aiuto”. Senza ulteriori fondi, le conseguenze per la risposta dell’Unicef nel nordest della Siria comprenderanno: 1.700 bambini “non riceveranno assistenza specializzata dopo le brutali violenze che hanno vissuto, sia i bambini associati a gruppi armati, sia quelli che hanno vissuto in aree controllate da gruppi armati”; 170mila persone non saranno raggiunte con informazioni sul rischio di mine antiuomo; non verranno forniti acqua e servizi igienico sanitari di emergenza a oltre 100mila persone; 55mila bambini non riceveranno vaccinazioni di routine e circa 140.000 donne e bambini non riceveranno consulenza sanitaria e nutrizionale; 70mila bambini – aggiunge Unicef – non riceveranno supporto per l’istruzione informale, compresi spazi per l’apprendimento e materiali scolastici”. Per tali motivi, Unicef invita afre una donaziona spontanea tramite il sito www.unicef.it/siria.