E’ stato diffuso oggi il rapporto 2016-2017 di Amnesty International sui diritti umani nel mondo. Il quadro dipinto dai dati raccolti dall’organizzazione non governativa internazionale – il cui scopo è quello di promuovere il rispetto dei diritti sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani e quello di prevenirne specifiche violazioni – ritrae un mondo sempre più diviso e pericoloso.
Secondo il report, il 2016 si è chiuso con ben 23 Paesi risultati scenario per crimini di guerra e 159 Nazioni in cui sono avvenute violazioni: un bilancio che non migliora rispetto ai numeri già inaccettabili del Rapporto 2015-2016. L’edizione 2016-2017, descrive un anno – quello appena terminato – segnato da politici come Trump, Orbán, Erdoğan, che fanno di demonizzazione, odio e paura alcune delle loro cifre distintive. Senza tralasciare il presidente filippino Duterte, capace di avallare l’omicidio extragiudiziale di circa 5 mila persone da parte di vigilantes in nome di una personale e folle “guerra alla droga”.
Per milioni di persone, si legge nella presentazione al testo edito da Infinito Edizioni, il 2016 è stato un anno di continua sofferenza e paura, poiché governi e gruppi armati hanno compiuto violazioni dei diritti umani nei modi più diversi. Un gran numero di persone ha continuato a fuggire da conflitti e repressione in molte zone del mondo. Tra i problemi maggiormente diffusi, il Rapporto documenta il costante ricorso alla tortura e ad altri maltrattamenti, la mancata tutela dei diritti sessuali e riproduttivi, la sorveglianza da parte dei governi e la cultura dell’impunità per i crimini del passato.
Il Rapporto descrive anche le principali preoccupazioni e richieste di Amnesty International. Mostra inoltre come il movimento dei diritti umani stia crescendo sempre più forte e come la speranza che fa nascere in milioni di persone rimanga una potente spinta in favore del cambiamento.
“Mentre iniziamo il 2017, il mondo si sente insicuro e impaurito davanti a un futuro tanto incerto. Ma è proprio in questi momenti che abbiamo bisogno di voci coraggiose, di eroi comuni che si oppongano all’ingiustizia e alla repressione. Nessuno può sfidare il mondo intero ma ognuno di noi può cambiare il proprio mondo – commenta Salil Shetty, Segretario generale di Amnesty International -. Tutti possono prendere posizione contro la disumanizzazione, agendo a livello locale per riconoscere la dignità e i diritti uguali e inalienabili di tutti, gettando così le basi per la libertà e la giustizia nel mondo. Il 2017 ha bisogno di eroi ed eroine dei diritti umani“.