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Una notte con gli ultimi: il Capodanno “alternativo” dei giovani milanesi

L'intervista di Interris.it a don Marco Fusi, che racconta come i ragazzi della pastorale giovanile della diocesi trascorreranno l'ultimo dell'anno

Il Capodanno ĆØ un momento molto atteso tra iĀ giovani. NonĀ tutti perĆ²Ā optano per la tradizionale festa e in molti decidono di trascorrere la notte di San Silvestro in un modo che puĆ² essere definito alternativo, partecipando ad iniziative di preghiera oppure di servizio, alternando momenti di svago e di divertimento ad altri di riflessione.

Lā€™intervista

Interris.it ha intervistato don Marco Fusi, responsabile della pastorale giovanile di Milano che ci ha parlato delle proposte che la sua diocesi ha pensato e offerto ai propri ragazzi per lā€™ultima notte del 2023.

Don Marco, quali sono le alternative che questā€™anno date?

ā€œPer chi vuole trascorre la notte con gli ultimi cā€™ĆØ la possibilitĆ  di viverla presso la casa della caritĆ  di Lecco, che ospita ragazzi con disabilitĆ  e persone in situazioni di povertĆ . Chi invece vuole unā€™esperienza di fede e di preghiera cā€™ĆØ il pellegrinaggio di TaizĆØ che questā€™anno si terrĆ  a Lubiana, o la possibilitĆ  di andare ad Assisi per festeggiare in fraternitĆ  con i frati francescani. Unā€™altra opportunitĆ  ĆØ quella di trascorrere un capodanno di luce, allā€™insegna della condivisione e della creativitĆ , a Lignano Sabbiadoro con don Alberto Ravagnaniā€.

Cosa significa scegliere di trascorre ilĀ CapodannoĀ sporcandosi le mani per gli altri?Ā 

ā€œMoltissimo perchĆ© offre ai giovani la preziosa opportunitĆ  di comprendere di essere un valore importante per chiunque incontrino sul proprio cammino. Le nuove generazioni nutrono il forte desiderio di dare il proprio contribuito a questa umanitĆ  e questo donarsi agli altri li fa riconciliare con con se stessi e con la propria vita fatta anche di molte fatiche e di momenti di fragilitĆ ā€.

Ci sono molti giovani che non riescono a comprendere tutto ciĆ². Cosa si dovrebbe fare per loro?

ā€œIo credo che tutti i ragazzi sono un po’ combattuti, da una parte vorrebbero fare qualcosa per gli altri, dallā€™altra sono tirati verso se stessi. Il modo piĆ¹ idoneo per attirare questi giovani, ancora immobili, ĆØ lā€™esempio di tanti coetanei che hanno compreso che la via maestra che porta alla pace interiore ĆØ quella di mettersi a servizio dellā€™altro con luce, chiunque esso sia, e di provare a donare la propria vitaā€.

Secondo lei che cosa frena un giovane?

ā€œLa maggior parte di loro sono vittime di un torpore iniziale dovuto alle pensanti aspettative che la societĆ  e gli adulti ripongono sulle loro fragili spalle. I giovani spesso si sentono inadeguati e piuttosto di agire e di fallire, preferiscono starsene fermi nella propria comfort zoneā€.

Dalle sue parole risulta che i nostri giovani siano altruisti. Pensa sia un fenomeno temporaneo?

ā€œI ragazzi si commuovono e si entusiasmano molto facilmente. Gli eventi che accadono attorno a loro li interrogano, li cambiano e li spingono a scendere in campo per dare il proprio contributo. Allo stesso tempo ci accorgiamo perĆ² che i giovani rendono di piĆ¹ nelle azioni a breve a termine, mentre si perdono nei progetti a lunga durata, ovvero nel perseverare nella fatica del servizio. Per questo motivo hanno bisogno di continui stimoli e di modelli viviā€.

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