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“Non sei troppo francese”. Storie di discriminazione in Québec

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Non è “francese” abbastanza. È cio che, nella sostanza, è stato detto ad  Émilie Dubois, una donna di 31 anni originaria della Francia, in procinto di ottenere un certificato che le avrebbe consentito distabilirsi definitivamente in Québec. La colpa? Avere scritto un capitolo della sua tesi di dottorato in biologia molecolare in inglese piuttosto che in francese. Il caso, denunciato dal New York Times, sta scuotendo l'opinione pubblica d'Oltreoceano.

La vicenda

La giovane Dubois è originaria della Borgogna, il francese è la sua madrelingua e ha studiato in un'univeristà francofona, la Laval University di Québec City. Eppure, il Ministero dell'immigrazione le ha inviato una lettera specificandole di non avere sufficiente competenza “linguistica” per ricevere un certificato di residenza permanente. Nonostante i funzionari abbiano, in seguito, vagliato la sua richiesta e chiarito l'imbarazzante situazione venerdì scorso, per Dubois si tratta di una cosa inaccettabile: “Ho fondato la mia compagnia – ha dichiarato al New York Times -. Ho assunto persone, sto espandendo le conoscenze scientifiche a livello internazionale. E una donna francese non è abbastanza francese per il Québec?” si chiede, dopo aver chiarito di aver fatto tutto ciò che richiesto per ottenere il documento necessario alla sua permanenza in Canada, compreso un test di lingua riconosciuto dal Ministero del valore di 200 dollari. 

Lotta all'inglese

Il Québec ha un problema linguistico con l'inglese e non basta che il francese sia la lingua ufficiale della provincia. I messaggi promozionali devono contenere la traduzione in francese del claim e due anni fa il governo della provincia canadese ha vietato ai negozianti di salutare i clienti dicendo “Bonjour ciao, un saluto molto popolare a Montréal. Insomma, una questione solo marginalmente linguistica. Di alcuni anni prima è il caso di una donna inglese di Montréal che, alla ricerca di aiuto sanitario per via di un incidente, chiamò il 911 per le emergenze e l'operatore le rispose, nonostante la sua richiesta fosse comprensibile – Help me, I am pregnant – che “non era tenuto a conoscere la lingua inglese”. Alla base di questo “atteggiamento discriminante” della provincia canadese c'è la rivendicazione di un'identità offuscata dalla cosiddetta “Rivoluzione silenziosa” degli anni Sessanta, quando ai bambini del Québec era imposto di imparare l'inglese. Un decennio dopo, però, di arrivò aklla Carta della Lingua Francese, con la quale venne garantita la protezione della lingua e cultura francese nella provincia francofona. Ma l'identità culturale di Montréal ha anche i suoi risvolti politici: quando nel 1995 il Québec indisse il referendum per decidere se essere o meno parte del Canada, il sì vinse solo con il 51% di voti.

Marco Grieco: