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Nel 2016 4mila malati in più

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In occasione della 65esima Giornata mondiale dei malati di lebbra, che ricorre il 28 gennaio, l’associazione “Voglio vivere” lancia un appello globale alla solidarietà, “nei confronti di tutte le lebbre, anche quelle più pericolose della malattia stessa: la fame, il tugurio, la miseria. Noi, persone terribilmente felici, possiamo dormire, mangiare e ridere mentre il mondo intorno a noi urla, sanguina, si dispera”, afferma Guido Barbera, presidente dell’associazione “Voglio Vivere”, ricordando l’eroico fondatore Raoul Follereau, giornalista francese che casualmente s’imbatté, durante un viaggio in Africa, in un gruppo di lebbrosi cui nessuno osava avvicinarsi.

Barbera spiega – come riferisce l'AgenSir – che “dalle recenti statistiche dell’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms), emerge che il numero di persone diagnosticate nel 2016 è aumentato rispetto all’anno precedente: circa 4mila in più”. Di fronte a questi dati allarmanti la Onlus “Voglio Vivere” lavora per “costruire un mondo senza lebbra”.

Attualmente “Voglio Vivere” e le 17 associazioni dell’Unione internazionale delle associazioni Raoul Follereau stanno lavorando attraverso 296 progetti e programmi di cura della lebbra in 36 Paesi di 4 continenti del mondo per curare, educare e reinserire socialmente gli ammalati guariti. Tra le attività sostenute dalla Onlus vi è la sperimentazione clinica di un vaccino per la lebbra, con la speranza che un giorno possa esserne provata l’efficacia e diventare realtà. I medici, oggi, continuano ad utilizzare la poli-chemioterapia per curare i malati.

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