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Natale 2023: quanto pesa l’inflazione sulle spese degli italiani

Corrado Luca Bianca (Assoturismo Confesercenti) a Interris.it: "Gli italiani non rinunceranno a festeggiare con i loro famigliari"

L’albero di Natale è oramai pronto ad accogliere i tanti doni in arrivo e le nostre tavole a riempirsi del cibo della nostra tradizione culinaria. Questo però è un anno molto diverso da quelli precedenti e, anche se dati Istat dimostrano che l’inflazione da settembre ha iniziato a calare, si tratta comunque di un leggero miglioramento difficile da percepire.

L’intervista

Questa condizione ha comportato una maggiore propensione a fare attenzione alle spese, ai consumi e agli sprechi, ma fortunatamente ad oggi sembra non avere ancora grosse ripercussioni sulle festività alle porte. Per approfondire il tema, Interris.it ha intervistato il dottor Corrado Luca Bianca del coordinamento nazionale di Assoturismo Confesercenti.

Dottor Bianca, quali sono i prodotti più acquistati per questo Natale?

“Ai primi posti della classifica rimane l’elettronica, a seguire poi i capi di abbigliamento e tutto ciò che riguarda la profumeria e la cura del corpo. Come ogni anno inoltre, vi è un aumento della vendita dei prodotti enogastronomici, compresi i dolciumi, tutta merce tipica della nostra tradizione natalizia”.

L’inflazione porterà gli italiani ad acquistare meno?

“Il nostro Paese è molto legato al Natale per cui non penso che gli italiani rinunceranno ai regali o alla soddisfazione di festeggiare in famiglia con del buon cibo di qualità. Credo piuttosto che l’italiano medio si limiterà a non spendere di più di quanto aveva già fatto lo scorso anno”.

L’inflazione sta pesando sui ristoratori?

“Certamente sì e di conseguenza per esempio lo stesso prezzo del menu proposto lo scorso anno subirà un aumento. Questo perché non vi è stato solo un rialzo delle materie prime, ma anche dei consumi dell’energia e del gas. Ad oggi, sembra ci sia un minimo miglioramento, ma ancora non basta per ritornare alla situazione iniziale ed è inevitabile che un ristoratore per far fronte a tutto questo sia costretto ad aumentare il costo finale del prodotto fornito”.

Dopo il boom avvenuto durante il lockdown, anche quest’anno gli italiani prediligeranno per i propri acquisti l’e-commerce?

“La pandemia ha aperto una nuova era che ha portato un italiano su due a comprare online. Questo fenomeno però non va del tutto demonizzato, in quanto ha fatto scoprire dei servizi che per molte persone, fino a quel momento, erano del tutto sconosciuti. Mi riferisco per esempio al delivery dei ristoranti e dei supermercati che hanno portano dei vantaggi non solo ai consumatori, ma anche a chi fornisce il servizio stesso. Nel corso del 2023 però è emerso un dato impensabile, ossia che i più giovani stanno riscoprendo il piacere di acquistare in negozio”.

Che idea vi siete fatti di questa controtendenza?

“Si tratta della fascia della popolazione più giovane. I ragazzi in generale hanno molto più tempo libero e una maggiore propensione a trovare a tutti i costi il prodotto giusto alle proprie esigenze. Questa ricerca spinge il giovane a entrare in più punti vendita e toccare con le proprie mani la merce prima di procedere con l’acquisto”.

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